L’anno scorso a Marienbad (1961): un montaggio suggestivo

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L’anno scorso a Marienbad locandina film

L’anno scorso a Marienbad

Titolo originale: L’année dernière à Marienbad 

Anno1961

Paese di ProduzioneFranciaItalia

Generedrammatico

Casa di Produzione: Terra FilmCormoran FilmsPrecitelComo FilmsArgos FilmsLes Films Tamara, CinételSilver FilmsCineriz

DistribuzioneCineriz

Durata: 95 minuti

Regia: Alain Resnais

Sceneggiatura: Alain Robbe-Grillet

Montaggio: Henri Colpi

FotografiaSacha Vierny

Musica: Francis Seyrig

Attori: Giorgio Albertazzi, Sacha Pitoëff, Francoise SpiraDelphine Seyrig

https://youtu.be/qqGG04XogHY
Trailer del film L’anno scorso a Marienbad

Trama di L’anno scorso a Marienbad

Una serata teatrale organizzata in una sontuosa villa si rivela essere in realtà un complicato viaggio nella memoria per un uomo e una donna. Uno sconosciuto rivede una donna di cui afferma di esserne stato il suo amante ma questa non né è sicura e sembra non riconoscerlo. Lo straniero vuole portarla via con se ma la donna sembra rimandare sempre tale evento.

Recensione di L’anno scorso a Marienbad

Citato in una battuta da Woody Allen nella pellicola Misterioso omicidio a Manhattan (1993), L’anno scorso a Marienbad (L’Année dernière à Marienbad) è un lungometraggio francese del 1961 diretto da Alain Resnais, uno dei cineasti che contribui alla teorizzazione della Nouvelle Vague di cui è stato un fedele rappresentante. L’anno scorso a Marienbad, sceneggiato da Alain Robbe – Grillet, è ispirato al romanzo “L’invenzione di Morel” dello scrittore argentino Adolfo Bioy Casares e corrisponde alla seconda opera del cineasta francese dopo la realizzazione del cult movie Hiroshima mon amour del ’59.

Presentato al Festival cinematografico di Venezia del 1961 ottenne il Leone d’oro e venne candidato agli oscar nella categoria miglior sceneggiatura originale, venendo accolto con entusiasmo dalla critica che lo giudicò un opera rivoluzionaria sopratutto nelle sue intuizioni di montaggio e di fotografia, nonostante ciò gran parte del pubblico lo ritiene estremamente noioso e intellettuale per la sua lentezza nei dialoghi e per la mancanza di continuità narrativa. L’anno scorso a Marienbad venne inserito tra i cinquanta peggiori film di sempre nel libro The Fifty Worst Films of All Time realizzato da Randy Dreyfuss Michael Medved L’opera si svolge in un palazzo a Marienbad, che venne ricostruito in alcuni luoghi della Baviera.

Non è vero che abbiamo bisogno della mancanza, della solitudine e dell’eterna attesa. Non è vero! E’ che abbiamo paura.

cit. L’anno scorso a Marienbad


L’uomo e la donna si sono mai incontrati a Marienbad? Da questa apparentemente semplice sinossi, si dipana uno dei lungometraggi più onirici della storia del cinema, dove l’universo creato da Resnais va a frammentare il tempo per poi ricucirlo senza alcuna distinzione netta tra il passato e il presente. Il cineasta, già in Hiroshima Mon Amour, aveva mostrato le immense possibilità del mezzo filmica e della possibilità di andare a dilatare lo spazio – tempo ma è in questa pellicola che il risultato raggiunge vette quasi irraggiungibili. Il pretesto testuale è la storia di un uomo che rammenta a una donna, sposata con un tale Mr. X, che loro ci sono conosciuti un anno fa a Marienbad e dopo essersi innamorati erano in procinto di partire insieme spinti da un forte amore, ma la donna aveva deciso di rinviare la partenza all’anno seguente ma lei non ricorda, o forse finge di non ricordare.

Inizialmente, Resnais si concentra sulla ricostruzione della memoria della donna, tramite il racconto dell’uomo, ma a un tratto il punto d’osservazione muta, nell’istante in cui anche lo stesso uomo comincia a dubitare dei suoi stessi ricordi, creando sempre di più una storia intrigante e misteriosa.

La potenza narrativa di Resnais è in grado di prevalere su tutte le possibili interpretazioni. Tutto è sfumato e frullato insieme: realtà e fantasia, inconscio, falsi ricordi, desideri, presente e passato, dove il tempo è vissuto come un’esperienza circolare. Il tempo è un cerchio piatto che non può essere spezzato. L’albergo di Marienbad, non può essere concepito come un luogo fisico, bensì come un luogo interiore appartenente ai recessi dell’anima. La conoscenza di noi stessi, soprattutto tramite il tempo e la memoria, è uno dei temi predominanti all’interno della Nouvelle Vague.

In conclusione

Alain Resnais in questo splendido film, girato con lunghe e morbide carrellate riesce a ricordarci l’esistenza del trascendente e delle nostre zone d’ombra, che sono presenti anche quando cerchiamo di rimuoverle. Sicuramente un’opera criptica e stratificata, ma capace di emanare una magia senza pari.

Note positive

  • Montaggio
  • Fotografia
  • Decostruzione della trama

Note negative

  • Staticità eccessiva
  • Eccessivi punti oscuri all’interno della trama


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