Biancaneve (2025). Un classico rinnovato tra luci e ombre

Il film Disney "Biancaneve" è la rivisitazione in live-action della classica fiaba. Le star Rachel Zegler e Gal Gadot interpreteranno rispettivamente Biancaneve e la matrigna, la Regina Cattiva.

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Trailer di “Biancaneve”

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Il film Disney “Biancaneve” è la rivisitazione in live-action della classica fiaba. Le star Rachel Zegler e Gal Gadot interpreteranno rispettivamente Biancaneve e la matrigna, la Regina Cattiva. Con le canzoni originali di Benj Pasek e Justin Paul, il film è diretto da Mike Webb e prodotto da Marc Platt e Jared LeBoff, e accoglie nuovamente sul grande schermo gli amati personaggi di Mammolo, Dotto, Cucciolo, Brontolo, Gongolo, Pisolo ed Eolo. La pellicola, tra numerose critiche che hanno anticipato tutta la produzione del film, arriva nelle sale cinematografico il 20 marzo 2025, risultando il 18esimo remake in live action dei classici Disney, se escludiamo da questo elenco: Maleficent – Signora del male, sequel di Maleficent (2014), Mufasa – Il re leone, prequel del live action Il re leone (2019), La carica dei 102 – Un nuovo colpo di coda (2000) e Ritorno al Bosco dei 100 Acri (2018).

Trama di “Biancaneve”

In un regno lontano, dopo la morte dei suoi genitori, la bellissima e giovane principessa Biancaneve trova l’aiuto di sette nani – Dotto, Brontolo, Gongolo, Pisolo, Mammolo, Eolo e Cucciolo – che lavorano in una miniera di diamanti vicino alla loro casa e che abitano nella foresta insieme agli animali, e di un ladro di nome Jonathan per liberare la città e il palazzo e sconfiggere le terribili macchinazioni della sua malefica matrigna, la Regina Cattiva Grimilde, colpevole dei tentativi di governare in maniera infida su tutto il popolo, bramando di essere la più bella del reame.

Andrew Burnap e Rachel Zegler in Biancaneve
Andrew Burnap e Rachel Zegler in Biancaneve

Recensione di “Biancaneve”

In questo adattamento della classica fiaba, “Biancaneve” ci trasporta in un regno lontano inizialmente caratterizzato da serenità e prosperità sotto il regno di Re Buono (Hadley Fraser) e della Regina Buona (Lorena Andrea). L’inizio del film colpisce positivamente per i costumi e le scenografie dai colori vivaci che conferiscono un’atmosfera davvero incantevole, riuscendo a catturare immediatamente l’attenzione dello spettatore e riportando alla mente l’atmosfera magica dei classici Disney.

Dopo la morte dei sovrani, la giovane principessa Biancaneve, interpretata da Rachel Zegler, prende il centro della scena. Purtroppo, la sua performance risulta poco espressiva e non all’altezza del personaggio iconico che interpreta. La Zegler sembra non riuscire a trasmettere quella profondità emotiva e quella purezza d’animo che hanno reso Biancaneve uno dei personaggi più amati della storia dell’animazione. La sua interpretazione appare piatta in diversi momenti chiave, privando il film di quella connessione emotiva fondamentale con il pubblico.

Nonostante il talento degli interpreti coinvolti, il risultato finale lascia qualcosa a desiderare

La tecnologia utilizzata, che dovrebbe rappresentare un punto di forza in una produzione Disney di questo calibro, non sembra sfruttata al massimo le sue potenzialità. Difatti i celebri sette nanni, – Dotto (Jeremy Swift), Brontolo (Martin Klebba), Gongolo (George Salazar), Pisolo (Andy Grotelueschen), Mammolo (Tituss Burgess), Eolo (Jason Kravitz) e Cucciolo (Andrew Barth Feldman) – sono stati realizzati tramite una combinazione di motion capture e performance degli attori, ma questi personaggi iconici, elemento fondamentale della narrazione, appaiono talvolta artificiali e non perfettamente integrati con l’ambiente circostante, creando un effetto straniante che potrebbe distogliere l’attenzione dello spettatore.

Come da tradizione, questi personaggi vivono nella foresta, lavorano in una miniera di diamanti e sono circondati da animali. Le loro scene corali mantengono un certo fascino, soprattutto quelle ambientate nella loro caratteristica casetta nel bosco, ma non sempre riescono a rievocare la magia dell’originale del 1937. Un’aggiunta significativa alla trama è il personaggio di Jonathan, un ladro interpretato con credibilità da Andrew Burnap.

Questo nuovo personaggio si affianca a Biancaneve nella sua lotta contro la matrigna, fornendo un elemento di dinamismo e un aiuto concreto nella missione di liberare il regno. La chimica tra Burnap e Zegler, seppur non esplosiva, riesce a sostenere le scene che li vedono protagonisti. A rubare la scena è indubbiamente Gal Gadot nel ruolo della Regina Cattiva Grimilde. L’attrice dimostra qui una versatilità sorprendente, incarnando perfettamente la malvagità e la vanità ossessiva del personaggio. La sua interpretazione è magnetica e inquietante, esattamente come ci si aspetterebbe dalla più celebre antagonista delle fiabe Disney.

Gal Gadot in Biancaneve
Gal Gadot in Biancaneve

I costumi e le canzoni di Grimilde rappresentano due degli elementi più riusciti del film

I costumi di Grimilde sono bellissimi e attrattivi, dei capolavori di design, che unisce l’estetica tradizionale delle fiabe a elementi contemporanei, creando un look indimenticabile che contribuisce notevolmente alla caratterizzazione del personaggio.

La colonna sonora è un altro aspetto degno di nota. Il film propone nuove canzoni originali, tutte piuttosto orecchiabili, che si alternano a rivisitazioni di classici brani come “Ehi-Ho!” e “Impara a fischiettar”. Queste scelte musicali rappresentano un efficace equilibrio tra innovazione e tradizione, permettendo al film di presentarsi come un’opera nuova pur mantenendo un legame con l’eredità del classico del 1937. Gli arrangiamenti moderni delle canzoni storiche sono realizzati con rispetto, aggiungendo nuove sfumature senza tradire lo spirito originale. Le nuove composizioni, d’altra parte, si inseriscono armoniosamente nel contesto narrativo, sostenendo efficacemente lo sviluppo emotivo delle scene più significative. Dal punto di vista narrativo, questo nuovo “Biancaneve” presenta diverse modifiche rispetto alla versione animata del 1937.

Alcune scene iconiche sono state eliminate o sostanzialmente alterate, con l’evidente intenzione di rendere il racconto più contemporaneo e vicino alla sensibilità delle nuove generazioni. Il messaggio del film è chiaramente incentrato su valori come la fiducia negli altri, l’importanza della gentilezza, il rifiuto dell’egoismo e la rappresentazione di figure femminili forti, coraggiose e sagge. Biancaneve non è più la fanciulla passiva, ma una giovane donna che prende in mano il proprio destino.

Tra tradizione e modernità – Un classico reinventato nel dibattito contemporaneo

Questo cambiamento riflette l’evoluzione della società e la necessità di offrire modelli femminili più complessi. Nonostante le buone intenzioni nel voler trasmettere valori positivi e contemporanei, sorge spontaneo il dubbio che la Disney avrebbe potuto creare una storia completamente nuova, anziché stravolgere una fiaba amata in tutto il mondo. Il film lascia l’impressione che la “cancel culture” abbia influenzato il trattamento dei classici Disney, elemento che potrebbe far storcere il naso ai puristi e agli amanti della versione originale.

La direzione artistica e fotografica del film meritano comunque un plauso. Le ambientazioni sono ricche di dettagli e la fotografia valorizza i colori vivaci del mondo fiabesco creato sullo schermo. Le scene nella foresta incantata e quelle ambientate nel castello sono particolarmente suggestive, riuscendo a creare un’atmosfera che alterna efficacemente il meraviglioso e l’inquietante.

Gli effetti speciali, seppur non sempre all’altezza delle aspettative per una produzione di questo calibro, riescono comunque a sostenere la narrazione e a creare momenti di autentica magia visiva. Le scene che coinvolgono lo specchio magico, in particolare, sono realizzate con creatività e offrono alcuni dei momenti visivamente più impressionanti del film.

In Conclusione

Questo “Biancaneve” è un film che divide: da un lato rappresenta un tentativo di aggiornare un classico per renderlo più rilevante per le nuove generazioni, dall’altro rischia di alienare chi è affezionato alla versione originale. Il risultato è un’opera che, pur avendo diversi meriti, non riesce a raggiungere la stessa magia e universalità del classico del 1937. Sarà il pubblico a decidere se questo compromesso tra tradizione e modernità sia riuscito o se, come accade spesso con i remake dei classici, la magia dell’originale rimanga ineguagliabile.

Note Positive

  • Regia
  • Costumi
  • Scenografie
  • Recitazione
  • Musiche

Note Negative

  • L’attrice protagonista poco incisiva
  • La narrazione contiene modifiche che potrebbero infastidire i fan del classico cartone
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Renata Candioto
Renata Candioto

Diplomata in sceneggiatura alla Roma Film Academy (ex Nuct) di Cinecittà a Roma, ama il cinema e il teatro.
Le piace definirsi scrittrice, forse perché adora la letteratura e scrive da quando è ragazzina.
È curiosa del mondo che le circonda e si lascia guidare dalle sue emozioni.
La sua filosofia è "La vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita".

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