La miniserie di Watchmen: Un remix sofisticato

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Watchmen (Miniserie TV)

Anno: 2019

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Fantascienza / Drammatico / Azione

Casa di produzione: Warner Bros. Television, DC Entertainment, Paramount Television

Distribuzione: HBO

Prodotto da: Karen Wacker, John Blair

Ideatore: Damon Lindelof

Stagione: 1 (Miniserie TV)

Puntate: 9

Musiche: Trent Reznor, Atticus Ross

Attori: Regina King, Don Johnson, Tim Blake Nelson, Yahya Abdul-Mateen II, Andrew Howard, Jacob Ming-Trent, Tom Mison, Sarah Vickers, Dylan Schombing, Louis Gossett Jr., Jeremy Irons, Jean Smart, Hong Chau

Trailer italiano della serie Watchamen

TRAMA DI WATCHMEN

Tulsa, 2019. I due vigilanti Sister Night (Regina King) e Wade Specchio (Tim Blake Nelson) lavorano al fianco della polizia della città per sgominare la cellula di terroristi suprematisti bianchi nota come il Settimo Reggimento che vive nel mito del vendicatore mascherato Rorschach. Nella loro lotta disperata, si unirà poi il tenente Laurie Blake (Jean Smart), che trent’anni prima era stata un membro dei Watchmen nelle vesti di Spettro di Seta.

In parallelo, isolato nella sua magione di campagna, l’anziano miliardario Adrian Veidt (Jeremy Irons), anche lui ex membro dei Watchmen, clona esseri umani da sottoporre a brutali ed enigmatici esperimenti.

Tim Blake Nelson in Watchmen
Jeremy Irons in Watchmen

RECENSIONE MINISERIE DI WATCHMEN

Watchmen è probabilmente l’opera più importante nella storia del fumetto americano. Realizzata da Alan Moore e Dave Gibbons, la graphic novel sfrutta le regole del racconto di supereroi per veicolare tematiche più forti e critiche verso l’annichilimento dell’era moderna, la crudeltà dell’essere umano e lo smarrimento esistenziale.

Opera di difficile adattamento per una versione audiovisiva, Watchmen è stato trasposto nel 2009 dal regista di 300 Zack Snyder, che ha scelto di riproporre il fumetto vignetta per vignetta per seguirne alla lettera la trama. Sebbene il risultato potesse risultare soddisfacente in termini di “fedeltà” narrativa, il film di Snyder era solo uno spettacolo lungo, freddo e compiaciuto nell’esercizio dell’azione violenta che, in realtà, non riusciva a trasmettere davvero il clima malsano e angoscioso delle tematiche messe sul piatto dalle tavole di Moore.

Dieci anni dopo, l’emittente televisiva HBO, nota per il coraggio sovversivo e per l’essere il meno commerciale possibile dei suoi prodotti seriali (Six Feet Under, Chernobyl), affida allo sceneggiatore Damon Lindelof (co-autore di Lost) l’incarico di ambientare il plot della miniserie trent’anni dopo rispetto al 1985 del fumetto, imbastendone a tutti gli effetti un sequel che mette al centro i veri fatti di sangue e tensione razziale avvenuti a Tulsa nel 1921.

ANALISI DI WATCHMEN

Damon Lindelof non si limita a sceneggiare un semplice seguito del capolavoro di Moore, ma compie un intelligentissimo lavoro di aggiornamento dei sottotesti e dei protagonisti storici della graphic novel, qui più invecchiati rispetto alle loro controparti disegnate (e di conseguenza sottoposti a un processo di evoluzione caratteriale che non li snatura e, anzi, li arricchisce) e spalleggiati da nuovi personaggi obbligati a fronteggiare dilemmi morali difficili da mandare giù. Per quanto la storia sia originale e prenda anche delle distanze dall’opera originale, la miniserie di Watchmen possiede una caratteristica che al film di Snyder mancava: il rispetto per i concetti espressi da Moore, qui riproposti in chiave fresca e mai banale.

Certo, nelle prime puntate si fa un po’ fatica a seguire l’intrecciarsi di discorsi ed eventi, ma non appena le spiegazioni si riducono e i nodi iniziano a venire al pettine, le doti di sofisticato narratore di Lindelof prendono il sopravvento, incasellando tessera dopo tessera un illuminante climax che non si perde in prolissità ma al contempo si prende i giusti tempi, sfoderando l’azione e i colpi di scena solo quando opportuno. L’atmosfera generale è particolarmente suggestiva, frutto di un lavoro di certosina ispirazione da parte di tutti i membri dello staff tecnico e artistico, con la colonna sonora firmata Atticus Ross e Trent Reznor in prima linea (probabilmente il lavoro più maturo e travolgente dei due membri dei Nine Inch Nails).

Il rimescolamento di carte della narrazione non è mai fine a sé stesso, così come mai gratuite sono le varie strizzate d’occhio ai fan del fumetto, contestualizzate perfettamente nel crescendo emozionale. Il tentativo di rinverdire un capolavoro cartaceo è mirabile e l’esito riuscito in pieno. Peccato che alcuni spettatori non abbiano gradito alcune scelte sovversive di Lindelof, accostabili addirittura al lavoro svolto da Rian Johnson nel geniale Star Wars: Gli Ultimi Jedi, ma ciò non toglie che Watchmen sia globalmente una delle serie tv più efficaci degli ultimi anni, e l’ennesima perla produttiva di HBO.

NOTE POSITIVE

  • L’abilità di Lindelof di rimaneggiare la materia cartacea e scrivere una storia originale e sovversiva che ha rispetto per l’opera di Moore.
  • Ogni comparto tecnico eccelle nel suo campo.
  • Trent Reznor e Atticus Ross compongono una colonna sonora vibrante e di grande effetti.
  • Grandissima prova degli attori.

NOTE NEGATIVE

  • Richiede particolare attenzione da parte dello spettatore nelle prime puntate.
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