Volevo nascondermi (2020): la pittura, l’umanità e la psicologia di Antonio Ligabue

Condividi su
volevo nascondermi locandina film

Volevo Nascondermi

Titolo originale: Volevo Nascondermi

Anno2020

NazioneItalia

GenereBiografico

Casa di ProduzionePalomarRai Cinema

Distribuzione italiana01 Distribution

Durata: 120 minuti

RegiaGiorgio Diritti

Sceneggiatura: Giorgio Diritti, Tania Pedroni, Fredo Valla

Fotografia: Matteo Cocco

Montaggio: Paolo Cottignola, Giorgio Diritti

Musica: Marco Biscarini

AttoriElio GermanoOliver EwyPaola Lavini, Gianni Fantoni, Andrea Gherpelli, Orietta Notari, Denis Campitelli

Trailer di Volevo Nascondermi

Volevo Nascondermi (2020) è un film diretto da Giorgio Diritti sulla vita di Antonio Ligabue nato a Zurigo nel lontano 1899, l’opera filmica non è la prima rappresentazione cinematografica sul pittore e scultore Svizzero dato che precedentemente era stato realizzato Il paese del sole a picco (1960), mentre nel 1977 venne creata una fiction RAI dal regista Salvatore Nocita. Il lungometraggio del 2020 ha partecipato alla 70ª edizione del Festival internazionale del Cinema di Berlino dove l’attore Elio Germano, ovvero l’interprete del pittore, ha ricevuto l’Orso d’argento per la sua interpretazione.

La data di uscita della pellicola era inizialmente fissata per il giovedì 27 febbraio ma a causa della diffusione dell’epidemia di SARS-CoV-2 (Coronavirus) venne spostata una settimana dopo, ovvero mercoledì 4 marzo, solo nelle sale cinematografiche italiane delle regioni in cui era possibile mantenere i cinema aperti, potendo disporre di norme di sicurezza secondo le regole stabilite dallo Stato che imponevano una distanza minima, tra individui, di un metro.

Trama di Volevo Nascondermi


Il film affronta tutta la vita di Antonio Ligabue. Partendo da un’infanzia complessa, egli trova nella pittura una forma di riscatto. L’uomo si sento solo ed emarginato dal mondo esterno e così inizia a dipingere e proprio quell’arte riesce a catapultarlo in un universo tutto suo, pieno di inventiva e creatività.

VOLEVO NASCONDERMI LIGABUE
Volevo Nascondermi: la pittura

Recensione di Volevo Nascondermi

La pellicola in questione non vuole raccontare semplicemente l’esistenza del pittore e scultore Antonio Ligabue; infatti il regista Giorgio Diritti preferisce narrare le vicende dell’artista seguendo un proprio schema narrativo originale e personale. A differenza della maggior parte delle pellicole biografiche, “Volevo Nascondermi” non ripercorre semplicemente gli eventi della vita di Ligabue in modo cronologico (difatti non comincia banalmente con la nascita dell’artista e non termina affatto con la sua morte) poiché Giorgio Diritti decide di raccontare la storia del pittore a modo proprio cercando di focalizzarsi di più sull’età adulta senza dimenticarsi, tuttavia, d’illustrare quantomeno le parti più rilevanti risalenti all’infanzia e alla giovinezza dell’artista con il solo scopo di permettere a chiunque, soprattutto a coloro che non fossero a conoscenza della vita dell’artista, di comprendere senza alcuna particolare difficoltà quanto viene mostrato sullo schermo. Il film in questione racconta la vita di un uomo che, inizialmente, desiderava allontanarsi dalla civiltà e dalle persone che si rivelavano incapaci d’includerlo nella società per via dei suoi disturbi mentali, della sua deformità fisica e, soprattutto, della sua difficoltà a relazionarsi con il prossimo. Soltanto attraverso la pittura e la scultura egli comincerà gradualmente ad avere più fiducia in sé stesso e nelle proprie capacità, sfruttandole non solo per farsi notare dalla gente comune, la quale per tanto tempo lo aveva ignorato e discriminato, ma anche per accedere alla società civile affinché possa finalmente vivere un’esistenza “normale”. Tale comprensibile desiderio di normalità è incarnato nell’ossessiva ricerca di una donna da sposare e da amare per sempre. Purtroppo, nonostante i suoi numerosi tentativi, egli non troverà mai una donna in grado di amarlo e di soddisfare i suoi desideri carnali, preferendo, così, accontentarsi della propria solitudine e della propria fama (ormai consolidata) di artista. Nonostante la storia di questo pittore sia molto complessa, la pellicola riesce comunque a dare un’infarinatura esauriente di tutta l’esistenza dell’artista sebbene essa si focalizzi principalmente sulla fase adulta, trattando, di conseguenza, superficialmente alcuni aspetti piuttosto importanti degli anni della giovinezza dell’artista, un periodo fondamentale per comprendere appieno la personalità del pittore visto che ha formato il suo carattere schivo e solitario, dando origine inoltre ai suoi numerosi problemi personali.

Fotogramma di Volevo Nascondermi
Fotogramma di Volevo Nascondermi

Lo scopo primordiale di Giorgio Diritti è quello di analizzare, attraverso le meravigliosi immagini, ogni singola sfumatura del personaggio facendo immergere il proprio pubblico nella sua sfaccettata psicologia e trasmettendo, di conseguenza, determinate emozioni e sensazioni sempre più profonde e complesse fino ai titoli di coda. Addirittura, nel corso dello svolgimento della pellicola, lo spettatore si ritroverà a scavare autonomamente nelle profondità dell’anima dell’artista assistendo a tutte le sue esperienze, alle sue numerose peripezie e alle sue difficoltà personali che gli faranno provare, nei suoi confronti, una spontanea empatia e una genuina affettuosità. Da un punto di vista tecnico la regia non è oggettivamente nulla di speciale, sebbene bisogna ammettere che il regista non è affatto un principiante e ciò si vede dalle inquadrature interessanti e dalla sua personalità stilistica che traspare, per esempio, dal suo interesse nel mostrare in modo chiaro e costante tutti gli ambienti naturali e rurali (entrambi primaria fonte d’ispirazione per il famoso pittore e scultore). Invece la fotografia di Matteo Cocco risulta l’elemento tecnico più affascinante e interessante della pellicola dato che riesce a catturare perfettamente ogni momento con estrema cura grazie all’utilizzo armonioso dei colori e della luce. Per quanto riguarda la recitazione, l’interpretazione di Elio Germano riesce a essere perfettamente convincente fin dal primo istante in cui egli appare sullo schermo dove riesce magistralmente a trasformarsi del tutto (sia fisicamente che psicologicamente) nel protagonista.

volevo nascondermi recensione film
Elio Germano in Volevo Nascondermi

In conclusione

Si tratta del toccante e stimolante ritratto audiovisivo di una vittima dell’ignoranza e della cattiveria umana che ha utilizzato l’arte per esprimere i propri sentimenti repressi e la propria visione della realtà, riuscendo a riscattarsi nell’ambito artistico facendosi notare non solo dalle persone comuni, ma attirando anche l’interesse e la curiosità di molti esperti del settore e dei critici d’arte italiani più importanti dell’epoca.

Note positive

  • La fotografia
  • L’interpretazione di Elio Germano

Note negative

  • Non trattare in maniera ottimale la gioventù dell’artista
Condividi su

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.