Veronica (2017): un horror che punta all’icasticità. Tratto da una storia vera.

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Veronica film locandina

Veronica

Titolo originale: Verónica

Anno: 2017

Paese di produzioneSpagna

Genere: horror

Casa di Produzione: Apache FilmsExpediente La Película A.I.E.

Distribuzione: Sony Pictures Releasing

Durata: 105 min.

Regia: Paco Plaza

SceneggiaturaFernando Navarro

MontaggioMartí Roca

Direttore della fotografiaPablo Rosso

MusicaChucky Namanera

AttoriSandra EscacenaBruna GonzálezClaudia PlacerIván ChaveroAna TorrentLeticia DoleraÁngela FabiánCarla CampraSonia AlmarchaMaru ValduvielsoConsuelo Trujillo.

Trailer sub eng del film Veronica

Il film horror Veronica è andato in scena per la prima volta al Toronto International Film Festival 2017 e l’anno successivo, il 26 febbraio, viene distribuito sulla nota piattaforma Netflix. La regia di questa pellicola è affidata allo spagnolo Paco Plaza conosciuto per la trilogia orrorifica Rec della quale, in particolare, il primo episodio, girato insieme a Jaume Balagueró così come il secondo, si contraddistingue per la sua potente resa cinematografica: il finale è da brividi.

Trama di Veronica

In seguito alla morte del padre, Veronica, una ragazza di 15 anni, costretta a badare ai suoi tre fratelli a causa del lavoro al bar della madre, decide di compiere una seduta spiritica. Lei e le sue compagne, riunitesi nello scantinato della scuola, danno inizio al rituale attraverso una tavola Ouija. Veronica vorrebbe comunicare con il padre, la sua compagna Diana invece con il fidanzato, morto per un incidente stradale. Ma qualcosa va storto. Ciò che sopraggiungerà nei giorni successivi sarà destinato a rimanere nelle pagine mediatiche di Madrid e riportato nei rapporti di polizia come fatti inspiegabili.

Recensione di Veronica

Veronica è ispirato a fatti realmente accaduti, i cui episodi terrorizzarono il quartiere Vallecas di Madrid. Essi raccontano dell’adolescente Estefanía Gutierrez Lázaro che insieme a delle compagne di scuola pratica il rituale della seduta spiritica attraverso una tavola Ouija, per permettere a una delle amiche di mettersi in contatto con il fidanzato morto mesi prima. Una suora però, accorgendosi del fatto, interrompe la procedura, bloccando così l’evocazione avviata. Inoltre, per impedire che ciò possa riaccadere, spezza pure la tavola la quale emana una sostanza simile a caligine che viene inspirata da Estefanía. Da questo momento in poi la vita della giovane ragazza non sarà più la stessa. Ansie, allucinazioni e crisi epilettiche la contorcono internamente fino a distruggerla. Ai medici rivela di vedere presenze affini a esseri umani che la tormentano. Arriva addirittura al punto di aggredire la sorella. Dopo una serie estenuante di eventi che stravolgono la sua persona, Estefanía muore a Madrid, nell’ospedale dove risultava ricoverata. È l’agosto del 1991, e la famiglia cade in un dolore straziante. I medici riportano nel referto dell’autopsia che la ragazza è deceduta improvvisamente, senza un particolare motivo clinico. La morte della figlia scatena l’inimmaginabile. La famiglia Gutierrez viene scaraventata in un abisso dal quale ne verrà fuori solo cambiando abitazione. Infatti, in seguito alla morte di Estefanía, iniziano ad accadere cose inspiegabili: la voce della figlia defunta che chiama di notte, oggetti che si spostano, vetri infranti, presenze che disturbano il sonno dei famigliari. Fino ad arrivare al 27 novembre 1992. Quel giorno, in preda al panico, i Gutierrez chiamano la polizia. Le forze dell’ordine giunte sul posto trovano la famiglia giù in strada. Mentre gli agenti ascoltano la testimonianza, l’ispettore entra in casa con due colleghi. Appena dentro non riescono a credere ai propri occhi: un’anta di un armadio, chiusa pochi istanti prima, si apre improvvisamente; il crocifisso appeso cade per terra; rumori sinistri e roboanti sembrano provenire dal balcone. Tutto questo viene documentato e trascritto dall’ispettore sul rapporto, in cui si legge anche di un calo di temperatura presente in bagno e d’intagli riscontrati sul muro dov’era affisso il crocifisso. Quello che emerge è un quadro raccapricciante e soprattutto il primo caso di eventi insondabili attestati dalla polizia spagnola.

Paco Plaza è abile nel rielaborare gli elementi a disposizione. E anche se stravolge i contenuti di questa storia tremenda, sebbene limitandoli ad alcuni episodi, realizza in egual modo una pellicola spaventosa e dai tratti davvero inquietanti. Per molti aspetti Veronica ricorda un altro horror dalle fattezze realistiche e veritiere, Requiem, diretto da Hans-Christian Schmid e uscito nel 2006. Quest’opera cinematografica, di ambientazione tedesca, si basa sulla storia di Anneliese Michel, una ragazza deceduta in seguito ad un esorcismo. Anche qui gli elementi preponderanti sono: il minimalismo, l’efficacia realistica e i toni cupi e seri. Per chi ama il tema dell’occulto, Requiem è una pellicola sicuramente consigliata, così come lo è Veronica.

Veronica è realistico e gli effetti speciali sono ridotti a quasi niente, se non al minimo indispensabile, necessari per la funzionalità del film. La sobrietà, l’essenzialità e l’icasticità infatti sono i punti di forza di questa pellicola spagnola dagli aspetti inquietanti e sinistri. Lo stile asciutto della regia, dai toni gravi, esalta l’effetto orrorifico nonché lo stato tensivo delle scene clou. Oltre a ciò, a sostenere l’atmosfera è l’ambientazione collocata negli anni ’90 contrassegnata dagli eventi sconvolgenti che nel 1991 interessarono un’abitazione del quartiere Vallecas di Madrid, scioccando persino gli agenti di polizia che si recarono sul luogo. Lo script, strutturato discretamente, stravolge i fatti accaduti, rielaborandoli anche a livello cronologico. In realtà, infatti, gli episodi spaventosi che piegarono un’intera famiglia si verificarono dopo la morte di Veronica. Qui, nel film, invece, vengono concentrati quando la quindicenne è ancora viva. Ciononostante la sceneggiatura risulta ugualmente efficiente e, coadiuvata da riprese ad hoc, riesce a catturare l’attenzione dello spettatore, suscitando apprensione. La situazione famigliare, su cui fa leva la trama, inoltre gioca anch’essa un ruolo cruciale. Determina effettivamente le condizioni ideali che permettono di accostare questa pellicola alla tradizione horror delle case infestate dai demoni. Tuttavia, se Veronica avesse mantenuto il complesso degli elementi che caratterizzano la storia vera si aggiudicherebbe un posto nell’Olimpo delle opere cinematografiche più terrificanti di sempre.

Da ricondurre alle note stonate è infine la colonna sonora. Suoni e musiche, seppure insolite e per certi versi retrò, non sortiscono il giusto effetto, venendo meno in questo modo al supporto delle scene tenebrose che avrebbero meritato rumori e toni più allarmanti. Complessivamente, Veronica è un’opera realizzata con grande efficacia, capace di destare paura e tensione senza sfociare nella superficialità e nelle banalità di molti horror commerciali.

Note positive

  • Atmosfera e ambientazione
  • Toni orrorifici e drammatici
  • Inquadrature funzionali

Note negative

  • Sceneggiatura che non rispecchia appieno la vera storia. Quest’ultima è ancora più sconvolgente
  • Colonna sonora
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