Toy Story 4 (2019): Un piccolo finale amaro

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Toy Story 4

Titolo originale: Toy Story 4

Anno: 2019

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Animazione, avventura

Produzione: Walt Disney PicturesPixar Animation Studios

Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures

Durata: 1h e 40 m

Regia: Josh Cooley

Soggetto:  John Lasseter, Pete Docter, Andrew Stanton, Lee Unkrich

Sceneggiatura: Stephany Folsom, Andrew Stanton

Montaggio: Axel Geddes

Musiche: Randy Newman

Attori: Angelo Maggi, Massimo Dapporto, Luca Laurenti, Corrado Guzzanti, Rossella Brescia, Benjamin Mascolo, Federico Rossi, Cinzia De Carolis, Tom Hanks, Laurie Metcalf, Annie Potts, Kristen Schaal, Tim Allen, Joan Cusack

Trailer di Toy Story 4

Trama di Toy Story 4

Nove anni fa Bo- Peep è costretta ad abbandonare Andy e i suoi amici venendo messa dentro una scatola di cartone. Woody cerca di non farla partire ma lei accetta il suo destino, chiedendo a Woody di venire con lei scelta che il giocattolo scarterà seppur con il cuore in gola. Passano gli anni, i giocattoli passano in mano a Bonnie, una bambina che deve affrontare il suo primo giorno all’asilo, momenti che porta con sé molte paure. Woody, benché non sia utilizzato e ritenuto importante dalla bambina che non gioca con lui da un bel po’ di tempo, decide di andare con lei a scuola entrando di nascosto nello zaino. Bonnie al suo primo giorno, grazie all’intervento di Woody, crea un nuovissimo giocatolo a cui si affezionerà subito, il giocatolo prenderà il nome di Forkie, il quale è stato creato con elementi provenienti dalla spazzatura.

Forkie è un bambino ed è attratto dalla spazzatura a cui crede di dover appartenere. Woody dovrà occuparsi di lui, e fare in modo che a quel giocattolo non gli accada niente di male.

Tutta la famiglia e i giocattoli vanno in viaggio verso un gigantesco Luna Park e durante il viaggio Forkie verrà perduto e lo sceriffo, come sempre, andrà alla sua ricerca. In questa avventura Woody ritroverà la sua ama Be – Peep, ormai giocatolo sperduto e altri personaggi provenienti da un misterioso antiquario, pieno di giocattoli che desiderano solamente avere un bambino al loro fianco.

woody e forkie toy story 4
Woody e Forkie in Toy Story 4

Recensione di Toy Story 4

Bo Peep: Woody non importa…

Woody: No, no, no, non puoi andartene…

Bo Peep: Woddy, non sono un giocatolo di Andy, è il momento del prossimo bambino… Ogni giorno c’è un bambino che perde i suoi giocattoli, a volte li dimentica in giardino o li mette nella scatola sbagliata

Woody: E’ quella scatola è buttata via

cit. Toy Story 4

Nei primi minuti del film troviamo questo semplice e intenso dialogo, sotto una macchina in mezzo a una forte acquazzone. Lo sceriffo e la sua amata Pastorella sono costretti a prendere una scelta: vivere il loro amore o seguire il loro scopo di giocattoli, servire un bambino. Be Peep si trova dentro uno scatolone e invita Woody a venire con lei, ma lui vive del suo dovere, dell’affetto che un bambino prova verso di lui. La scelta di Woody sarà quella di rimanere con Andy, perché per lui è importante, ma cosa accadrà se la domanda gli viene riproposta molto tempo dopo? 

Il finale di Toy Story 3 era un ottimo film conclusivo sulla trilogia d’amicizia tra un giocattolo e il suo proprietario, con un finale da lacrime in cui Andy dona a Bonnie il suo miglior amico d’infanzia Woody, chiedendogli di avere cura di lui. La bambina e il ragazzo, che deve andare al collage, giocheranno insieme prima che Woody e Buzz Lightyear rimangano con un nuovissimo proprietario. La giusta idea della sceneggiatura è proprio quella di riprendere la storia nel momento in cui eravamo rimasti. Da Toy Story 3 al 4 sono passati solo pochi giorni dal punto di vista narrativo ma la situazione non è, per il nostro caro Sceriffo, delle migliori.

toy story 4 inizio film
Il romanticismo di Toy Story 4

Woody il protagonista?

Con il 3 eravamo giunti a una fine ideale di una trilogia e dunque è logico asserire che Toy Story 4 non sia altro che un progetto slegato alla saga canonica ma è un film interamente incentrato su Woody e dei nuovi personaggi. Lo stesso Buzz Lightyear non è altro che un giocattolo di contorno agli eventi: non incide, non crea storia. Perfino Rex, Mr. Poteto e Jessie sono ridotti a piccole particine rimanendo ai margini della vicenda. Definire Toy Story 4 un reale continuo è errato, questo è senza ombra di dubbio uno spin-off su Woddy e la sua amata pastorella. La produzione da parte della Walt Disney non è stata per niente facile ma varie volte il progetto ha rischiato di naufragare, non è per caso che sono serviti nove anni per vedere uscire il nuovo capitolo della saga più amata nel mondo Pixar. Nel 2014 la Walt Disney Pictures asserì che il film sarebbe uscito il 16 giugno del 2017 diretto dall’inventore della saga John Lasseter che avrebbe firmato anche la sceneggiatura originale dell’opera insieme a Pete Docter. Il lungometraggio non doveva far parte della saga canonica ma essere semplicemente uno spin-off sulla ricerca da parte di Woody e Buzz della pastorella scomparsa Bo-Peep e che la storia avrebbe avuto connotati d’amore. Purtroppo però molti degli addetti a questo film lasciarono il progetto compreso John Lasseter, distaccandosi del tutto dalla Pixar e dalla Walt Disney, rimanendo solo nella creazione del soggetto mentre la regia passa nelle mani di Josh Cooley, animatore d’Inside Out. Tutti i nuovi addetti all’opera avevano già realizzato Up e Inside Out, gli ultimi capolavori della Pixar ma il tutto conduce a un problema: la perdita del pensiero e dello stile Toy Story.

Toy Story 4: Morte e nascita

La storia narrata è avvolta, molto più dei primi tre, da un contorno di pura comicità ma in verità è il film più crudo e drammatico dell’intera saga in cui il tema della morte, del senso della vita e della nascita e di comprendere il proprio obiettivo della vita e anche delle dipendenze interiori e non sono impresse dentro la storia che però li analizza come un cartone per bambini con poca incisività e giusta attenzione, buttando il tutto dentro una vicenda piena di battute comiche e dal contorno di avventura.

L’inizio del film, con la colonna sonora ” Un amico in me” avvolge il lungometraggio ma è solo un incipit per creare un briciolo di emozione per i bambini dell’1995 affezionati all’originale e che sono maturati insieme a questo film e in questa “maturazione” la Pixar ha ingenuamente errato. Se tutti i film potevano crescere in base al suo pubblico che dà bambino diventava adolescente e poi uomini, la storia è rimasta sempre più per bambini e nell’ultimo episodio siamo dinanzi a un film quasi interamente per bambini con delle frecciatine emotive ai più grandi ma le riflessioni sono veramente poche e quelle che vengono messe non sono sviluppate.

Una delle migliori scelte di sceneggiatura è stata quella di riportare in scena Bo- Peep ma se nei primi due capitoli l’avevamo lasciata come un giocattolo pacifico e tenero senza una reale connotazione e forza interiore qui, fin dai primi secondi, siamo dinanzi a un personaggio eroico, che vede riflettere su di lei i tempi del periodo storico attuale in cui il femminismo inonda la storia. Una nota: avete notato che il personaggi ha cambiato vestiti? Una cosa strana per un giocattolo non trovate? 

Se escludiamo alcune pecche di creazione della sceneggiatura Toy Story 4 funziona per i più piccoli creando una storia d’avventura e di comicità di grande intrattenimento ma se deve essere visto da un suo fan del tempo passato non si può essere soddisfatti appieno. Il Buzz dell’ultima avventura di Toy Story non convince e sembra aver perso la sua maturazione ottenuta nel primo episodio della saga. Woody gli parla della voce interiore ma questo sembra comprendere che la sua voce interiore non siano altro che i bottoni che preme sul suo petto e la voce che fuoriesce; onestamente si riterrebbe che Buzz avesse compreso che tutti i suoi gadget non erano reali… Anche la scena in cui si dà al volo è un pizzico strana per i fan del passato dal punto di vista della coerenza narrativa. Lo stesso Forkie, interessante dal punto di vista drammaturgo, non viene sviluppato: se potevamo scavare con lui il mondo dell’anima e della nascita, questo non avviene pienamente ma è solo un mero strumento simpatico per creare una storia d’avventura è riportare Woody da Bo – Peep.

Il tema sviluppato in maniera massiccia è codesto: il compito di un giocattolo e il suo senso di vivere. Tutti vogliono e aspettano un bambino che lo possa amare e a cui dare un affetto nella crescita in un omino, ma loro possono vivere la loro vita? Trovare il loro modo di vivere? La risposta arriverà nel finale in cui Woody in uno dei pochi momenti romantici, fa la sua scelta, decisione che cambierà drasticamente la sua stessa esistenza. Questa scena commuove, ma la sua potenza poteva essere superiore e onestamente il finale non sa di reale chiusura della storia di Woody e Buzz ma sicuramente lo è di Toy Story.

Il personaggio più interessante della storia è l’antagonista, che poi nasconde un lato esclusivamente bonario, Gabby Gabby, che non desidera altro che sentire il calore di un bambino su di lei. L’unico personaggio nuovo con Forkie ad avere una personalità tridimensionale.

Un plauso alla regia che convince e non annoia, nonostante l’assenza di un po’ di musica, critica che faccio a tutti i nuovi film d’animazione della Pixar, e anche la tecnica visiva d’animazione e notevole. Possiamo notare tutte le sfumature dei vestiti, dei colori e della pelle dei giocattoli come non li abbiamo mai visti.

Peccato per l’emozione più toccante, che benché sia presente in due scene (inizio e finale) non arriva mai al cuore. L’addio finale doveva essere molto ma molto più toccante e struggente. Onestamente, oltre che una storia carina non so cosa possa lasciare ai nuovi bambini, che non conosco il passato di Toy Story.Una curiosità un po’ assurda è stata scoprire che Woody è un giocattolo degli anni ’50. Onestamente mi fa strano che lui non ha mai parlato degli anni prima di Andy.

Note positive

  • Il lato ironico
  • La trama
  • I temi
  • L’evoluzione di Woody da giocatolo amato a giocattolo dà sgabuzzino.
  • L’Antagonista

Note negative

  • Il non sviluppo dei temi
  • Utilizzare Forkie solo per creare una storia non sviluppando le sue potenzialità.
  • Non aver denominato il film come spin-off
  • Il non utilizzo adeguato dei vecchi personaggi
  • L’utilizzo della famiglia di Boonie che risulta troppo presente
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