The Counselor – Il procuratore: Avidità e anarchia del potere

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The Counselor – Il procuratore

Titolo originale: The Counselor

Anno: 2013

Genere: Thriller, Noir, Drammatico

Casa di produzione: 20th Century Fox, Scott Free Productions

Prodotto da: Ridley Scott, Cormac McCarthy

Durata: 1 hr 57 min, 2 hr 20 (extended cut)

Regia: Ridley Scott

Sceneggiatura: Cormac McCarthy

Montaggio: Pietro Scalia

Fotografia: Dariusz Wolski

Musica: Daniel Pemberton

Attori: Michael Fassbender, Cameron Diaz, Javier Bardem, Brad Pitt, Penelope Cruz, Rosie Perez, Bruno Ganz, Edgar Ramìrez, Toby Kebbell, Richard Brake, John Leguizamo, Dean Norris

TRAMA DI THE COUNSELOR – IL PROCURATORE

Senta: se pensa che un amico sia qualcuno disposto a morire per lei, allora non ha amici.

CIT. WEASTREY (BRAD PITT)

Intenzionato a fare soldi facili e veloci per sposare in pompa magna la fidanzata storica Laura (Penelope Cruz), un avvocato senza nome (Michael Fassbender) intraprende un affare di droga sul confine del Messico assieme all’amico Reiner (Javier Bardem), sotto la supervisione dell’intermediario Weastrey (Brad Pitt).

Il furto della partita di droga manda a monte l’affare, e la vendetta del Cartello messicano non si farà attendere. L’avvocato imparerà a sue spese che l’avidità può tracciare traiettorie che possono costare care.

RECENSIONE DI THE COUNSELOR – IL PROCURATORE

La verità non ha temperatura.

CIT. MALKINA (CAMERON DIAZ)

Di ritorno dalla fantascienza del controverso prequel di Alien, Prometheus, Ridley Scott cambia genere e si cimenta in un polveroso noir di frontiera, ideato dallo scrittore Premio Pulitzer Cormac McCarthy. The Counselor è un connubio tra i due autori tanto pregevole e stimolante quanto respingente, vicinissimo all’indole anarchica del primo cinema di Scott, più sovversivo e autoriale rispetto alla linea commerciale di prodotti come Il Gladiatore.

Ben incanalato nei canoni moderni del noir, The Counselor racconta una storia dotata di una cattiveria nichilista fuori dal normale, incentrata su personaggi dalla morale meschina e volgare e sul concetto di “fare il passo più lungo della gamba”, dove l’eleganza formale di Scott riesce a imprimere alle sferzate di violenza un pathos di gran lunga più impattante di quella presente in molti titoli commercializzati come horror.

Malgrado la bontà generale del prodotto finale, il film non è esente da alcune riserve che hanno spinto molti spettatori a non vedere in The Counselor un’opera di qualità.

ANALISI DI THE COUNSELOR – IL PROCURATORE

Tu sei il mondo che hai creato. Quando smetti di esistere, anche il mondo che hai creato smetterà di esistere.

CIT. REINER (JAVIER BARDEM)

Come ci si aspetta da Ridley Scott, The Counselor è un film in cui ogni composizione scenica lascia sbalorditi grazie a una cura per i dettagli che non lesina sul netto contrasto tra i colori caldi (ma opachi) della frontiera e l’anima nera di trama e personaggi. Lo sfarzo oscuro e pittoresco di costumi e scenografie tagliate dalle luci gelide di Dariusz Wolski riportano allo Scott di Blade Runner, fungendo insieme da contrappunto noir e anche gore all’inesorabile discesa in un ventre di morte violenta e nichilismo. Tuttavia Scott è bravissimo a non fare di The Counselor un elegante banchetto sanguinolento, sapendo bene quando invece è opportuno lasciar intuire i momenti di massimo orrore per caricarne ferocia e disperazione.

Le difficoltà maggiori, paradossalmente, si trovano proprio in fase di scrittura. McCarthy non è uno sceneggiatore, e il suo approccio smaccatamente letterario alla scrittura filmica, pur coeso e in molte sezioni efficace, fa prendere forma a una fitta serie di dialoghi dotti e lunghi (tanto da essere a volte ridondanti) che, specie nel primo atto, prolungano con poco senso della misura lo sviluppo narrativo. Dove invece la penna di McCarthy eccelle è nel dosaggio delle ellissi, in cui l’assenza di spiegazione di determinate dinamiche trasforma il Cartello in una manifestazione invisibile del Male che agisce secondo disegni oscuri e colpisce con una violenza scioccante.

Come di consueto nel cinema di Scott, la recitazione è di altissimo livello: Michael Fassbender traccia con abilità un range emotivo che va dalla sfrontata sicurezza di sé alla paura più disperata, la stravaganza di Javier Bardem (che a tratti strizza l’occhio all’Al Pacino di Scarface) buca lo schermo, Brad Pitt offre l’interpretazione più sorniona della sua carriera. Il cast femminile brilla di una Penelope Cruz perfetta come figura innocente sopraffatta dagli eventi, e soprattutto di una Cameron Diaz ferina.

Dispersivo e affascinante insieme, quasi disagiante per il suo indugio sul dettaglio morboso, The Counselor è un quadro in chiaroscuro dell’ostentazione di un benessere ostentato e di un crimine bestiale e terribile in cui le esecuzioni a colpi di motosega, di armi da fuoco o di garotte d’acciaio fanno parte solo di un perverso gioco che mira solo alla preservazione dello status quo mentre riduce la vita a un concetto futile.

NOTE POSITIVE

  • Regia mastodontica di Ridley Scott.
  • Recitazione di alto livello.
  • Atmosfera polverosa e nichilista ricreata con la giusta dose di violenza.

NOTE NEGATIVE

  • Scrittura a tratti disorganica.
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