Solomon Kane: Un guerriero in cerca di redenzione

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Solomon Kane

Anno: 2009

Paese: Regno Unito, Francia, Repubblica Ceca

Genere: Fantasy / Azione / Drammatico

Casa di Produzione: Davis-Films

Distribuzione: Eagle Pictures

Prodotto da: Samuel Hadida

Durata: 1 hr 44 min (104 min)

Regia: Michael J. Bassett

Sceneggiatura: Michael J. Bassett

Fotografia: Dan Laustsen

Montaggio: Andrew MacRitchie

Musiche: Klaus Badelt

Attori: James Purefoy, Max von Sydow, Jason Flemyng, Rachel Hurd-Wood, Pete Postlethwaite

Trailer italiano di Solomon Kane

Trama di Solomon Kane

Vi era un’epoca in cui il mondo stava precipitando nelle tenebre. Un’epoca di arti magiche e stregoneria. Un’epoca in cui nessuno si opponeva al male.

CIT. SOLOMON KANE

Mercenario al soldo della regina Elisabetta I d’Inghilterra, Solomon Kane (James Purefoy) è un guerriero sanguinario che saccheggia e uccide impunemente, per esclusivo diletto. L’incontro con un messaggero infernale venuto a reclamare la sua anima corrotta spinge l’uomo a cercare l’espiazione dai propri peccati presso un convento.

Alcuni anni dopo, Kane si ritrova a difendere Meredith (Rachel Hurd-Wood) la figlia di un compagno di pellegrinaggio, William Crowthorn (Pete Postlethwaite); ma per farlo dovrà impugnare nuovamente le armi, scoprendo che “non tutte le vie per la redenzione sono pacifiche”.

James Purefoy in Solomon Kane

Recensione di Solomon Kane

Non mi sono mai sentito a mio agio come in battaglia. Ho fatto cose orribili, la mia anima è dannata, la creatura di Satana mi prenderà se mi allontanerò dal sentiero della pace. Ho rinunciato alla violenza.

CIT. JAMES PUREFOY (SOLOMON KANE)

Dal personaggio semisconosciuto inventato da Robert E. Howard (il creatore di Conan il Barbaro), prende vita un dark fantasy di lusso e iconograficamente potente per la regia di Michael J. Bassett: Solomon Kane. Forte dell’inesauribile potenziale delle odierne tecnologie digitali, questo lungometraggio di genere offre un intrattenimento epico, con un senso per lo spettacolo che per quasi tutta la durata richiama per davvero i muscolari precedenti di John Milius, solo più marcato nella sporcizia e nella violenza.

Il comparto visivo, appena intaccato da un digitale che poteva essere meglio raffinato, è nel complesso di buon livello, con scenografie e costumi d’ottima fattura ben esaltati dalle cupe ambientazioni della Repubblica Ceca. L’umida consistenza della fotografia aiuta a incrementare la tangibilità del racconto, dove gli elementi naturali avversi hanno un peso simbolico non da poco sulla descrizione di anime contese dal bene e dal male.

Una scena di Solomon Kane

Un vincente trova sempre una strada… un perdente trova sempre una scusa.

CIT. JAMES PUREFOY (SOLOMON KANE)

Bassett (anche sceneggiatore) gioca bene con le regole del genere, e sviluppa la più classica catarsi dell’eroe circondandola di personaggi secondari, utilissimi a esplicare l’atmosfera di morte e timore reverenziale che incombe sulle vicende. L’approccio più maturo al genere, lontano dall’epica sfavillante di Peter Jackson, permette al regista di ammantare il film di vigorose vesti gotiche, in modo da giustificare e amplificare l’impatto delle virate più macabre (il prologo africano) o delle allusioni cristologiche (la crocefissione).

Brughiere nebbiose, terra battuta trasformata in fango dalla pioggia, prelati invasati, cacciatori di anime e raccapriccianti uccisioni distinguono lo sguardo preciso e coerente del film, che a differenza di altri fantasy contemporanei fa parlare la cura estetica, anziché farne il fine ultimo della visione registica. Dove purtroppo Solomon Kane zoppica è nell’atto finale, che inanella una serie di soluzioni pressapochiste e frettolose per allineare risvolti da melodramma familiare scespiriano, confluendo in un confronto finale con la nemesi privo di qualsivoglia pathos. Peccato, perché questo film, fin troppo ingiustamente bastonato, vive di numerose intuizioni azzeccate (a partire dalla scelta dell’ottimo James Purefoy nei panni del tormentato antieroe).

NOTE POSITIVE

  • L’azzeccata iconografia.
  • L’atmosfera.
  • Il ritmo mai assente.
  • La scelta del protagonista.

NOTE NEGATIVE

  • Effetti speciali digitali un po’ rozzi.
  • Parte finale frettolosa e priva di pathos.
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