Outside the Wire: La futuristica guerra del 2036

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Outside the Wire locandina del film

Outside the Wire

Titolo originale: Outside the Wire

Anno: 2021

Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Azione, Fantascienza

Produzione: Inspire Entertainment, Automatik Entertainment

Distribuzione: Netflix

Durata: 114 min

Regia: Mikael Håfström

Sceneggiatura: Arash Amel, Rowan Athale, Rob Yescombe

Fotografia: Michael Bonvillain

Montaggio: Rickard Krantz

Attori: Anthony Mackie, Pilou Asbæk, Emily Beecham, Michael Kelly, Kristina Tonteri-Young, Damson Idris, Enzo Cilenti, Bobby Lockwood, Velibor Topic, Henry Garrett, Elliot Edusah, Adam Fielding, Robert Jackson, Nick Wittman, Christine Grace Szarko, Louis Boyer, Karen Gagnon, Brady Dowad, Reda Elazouar

Trailer di Outside The Wire

Dal 15 gennaio 2021, esce un po in sordina sulla piattaforma Netflix il film fantascientifico di guerra e spionaggio Outside The Wire che vede alla regia Mikael Håfström famoso al pubblico per le sue pellicole di genere horror/thriller come 1408, basato sull’omonimo racconto di Stephen King, e Escape Plan – Fuga dall’inferno con protagonisti Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger.

In Outside The Wire il cineasta si affida a un grande attore come Anthony Mackie che veste i panni di Leo, un comandante dell’esercito americano molto particolare essendo in tutto e per tutto un umanoide, l’unico modello esistente. L’attore non è nuovo nell’affrontare film d’azione e di guerra avendo vestito i panni del supererore Falcon nella saga Marvel che indosserà nuovamente nella miniserie The Falcon and the Winter Soldier, inoltre l’abbiamo già visto nei panni del combattente Takeshi Kovacs nella seconda stagione di Altered Carbon e sopratutto nel film premio oscar The Hurt Locker. Accanto all’attore troviamo Damson Idris al suo primo film con una partecipazione importante dope aver svolto variegate parti nelle serie televisive come in Snowfall e nella 5×02 di Black Mirror dove ha mostrato tutto il suo potenziale attoriale.

Anthony Mackie ​as ​Leo, Damson Idris as Harp, in OUTSIDE THE WIRE
Anthony Mackie ​as ​Leo, Damson Idris as Harp, in OUTSIDE THE WIRE

Trama di Outside The Wire

In Europa dell’est è in corso una violenta guerra civile. Le truppe della missione di pace statunitense sono stanziate su questa nuova frontiera senza legge. Frontiera controllata da Viktor Koval, spietato signore della guerra, di cui pochi conoscono le sembianze. Per contrastare Koval, il pentagono ha dispiegato un esercito di soldati robot, detti Gump, per la prima volta in servizio attivo.

Didascalie inziali di Outside The Wire

Siamo nel 2036, nel bel mezzo di una guerra civile dove l’esercito americano combatte affianco all’intelligenza artificiale per riportare la pace nell’Europa dell’est. Il protagonista della vicenda è Harp (Damson Idris) un pilota di droni bombardieri telecomandato che gestisce a dovuta distanza dal campo di battaglia sganciando la propria bomba sul suolo quando la situazione appare drastica. Durante una missione Harp però scavalca la catena di comando e su sua iniziativa decide di bombardare il luogo dello scontro armato andando così a uccidere ben due patrioti dell’esercito americano nonostante i suoi superiori gli comandassero di non azionare il drone.

A causa di questa sua azione viene spedito per punizione sul campo di battaglia proprio nello squadrone dei due uomini morti a causa della sua decisione. Il suo superiore è l’ufficiale androide Leo (Anthony Mackie).

I due possiedono una missione fondamentale per la vita umana: consegnare dei vaccini e soprattutto evitare che Viktor Koval, l’uomo della guerra, recuperi dei codici che possono attivare dei missili nucleari che causerebbero la distruzione d’intere città e nazioni. Riusciranno nella loro impresa?

Damson Idris as Harp, Emily Beecham as Sofiya in OUTSIDE THE WIRE.
Damson Idris as Harp, Emily Beecham as Sofiya in OUTSIDE THE WIRE.

Recensione di Outside The Wire

Mikael Håfström realizza un inizio adrenalinico immettendo lo spettatore immediatamente all’interno della guerra e del conflitto armato dando quasi la sensazione di essere all’interno della storia e dentro un videogioco in cui siamo accanto ai combattenti. Assistiamo a proiettili e spari che provengono da ogni parte del luogo, figure robotiche sparano e non si ha la reale comprensione di dove si trovi il nemico, unica informazione sono le morti dei militari. Il tutto è reso ancor più accattivante dall’ambientazione notturna della vicenda e dall’uso piuttosto interessante e ben dosato delle mappe grafiche, con le didascalie, che ben si mescolano alla narrazione.

Attraverso un montaggio alternato abbiamo degli attimi di maggior tranquillità con la presentazione del soldato Harp, seduto nella sua postazione davanti allo schermo di battaglia e intento a mangiare delle caramelle gommose come se ciò che avviene sul campo da battaglia che vede su schermo non sia così importante ed emozionante. Harp dal suo computer e in tutta sicurezza, fregandosene degli eventi della battaglia, decide di buttare una bomba sul luogo uccidendo ben due persone senza rendersi realmente conto di ciò che ha causato: distruzione e morte. In questo senso Outside The Wire si può considerare come il viaggio di formazione del matematico Harp che da un giorno all’altro si trova costretto a varcare il confine del suo comfort finendo lui stesso in prima linea e a scoprire i danni che i suoi droni causano realmente alla popolazione e all’esercito sul campo.

Outside The Wire si dimostra un film con più sottotrame che viaggia dalla riflessione non completamente narrata del rapporto tra macchina e il suo stesso creatore, che viene ripresa sopratutto in alcune frasi di Leo nel finale della pellicola, fino a quella maggiormente preponderante della pellicola richiamata in maniera importante già dal titolo del film, ovvero il ragionare fuori dagli schemi logici umani riuscendo a vedere ciò che gli altri non vedono e di agire quando è necessario agire, facendo la cosa giusta anche se gli altri la riterranno errata. Questa è la chiave di analisi tematica dell’intera pellicola: le decisioni. Harp all’inizio uccide due uomini ma allo stesso tempo ne salva 38, questo dunque è stato un crimine oppure un atto di salvezza? Lo stesso film non dona una vera e propria risposta all’enigma ma nello scontro finale e nella riflessione lanciata dall’umanoide possiamo rintracciare un quesito a cui nessuno sa davvero rispondere a causa dell’emotività umana. Mikael Håfström del resto non ha paura di sporcarsi la mani con questa pellicola tematicamente ponendo una grande critica agli Usa e al loro falso modo di asserire che le guerre siano fatte per portare la pace nei luoghi e di essere dunque i salvatori dei popoli.

L’opera audiovisiva presente in questi 114 minuti è ben diretta sfruttando l’uso della macchina a mano e di una musica e montaggio che donano ritmo all’intero film d’azione senza annoiare mai lo spettatore, va detto però che la sceneggiatura se per un ora è di buon livello nella parte finale del secondo atto si avvia a un peggioramento sopratutto di approfondimento tematico sull’intelligenza artificiale e dello sviluppo del personaggio di Leo di cui alcune azioni non sono realmente chiare allo spettatore cadendo in qualche buco di trama riguardante lo scopo stesso di Harp all’interno della missione Viktor Koval, che in realtà (se escludiamo proprio il finale) non svolge nessuna azione interessante in combattimento ma sembra soltanto un bambino spaventato dalla guerra.

In conclusione Outside The Wire è una buona pellicola di genere che unisce bene i filoni di spionaggio, guerra, fantascienza e azione senza cadere mai nel ridicolo e nel non sense risultando, nonostante qualche problema drammaturgico nella seconda parte, un film che piacerà agli amanti del genere, pur senza possedere quel colpo di prestigio che la storia poteva avere anche grazie alle buone prestazioni attoriali del duo Anthony Mackie e Damson Idris. Consigliamo la visione in lingua originale per godere al meglio delle due interpretazioni.

Note positive

  • La regia
  • Il montaggio
  • La fotografia
  • Il duo attoriale protagonista

Note negative

  • La sceneggiatura nella seconda parte che non sviluppa al meglio la storia (sia i personaggi che i temi)

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