Linfa: Intervista alla regista Carlotta Cerquetti

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Trailer di Linfa

Linfa – La vita straordinaria della musica indie al femminile

Lola Kola, Opa Opa, Lady Maru, Silvia Calderoni, Maria Violenza, Le No Choice, Lilith Primavera, Industria Indipendente. Carlotta Cerquetti racconta la storia di queste protagoniste assolute della scena artistica indie del quartiere alternativo per eccellenza di Roma Est, il Pigneto.

Storie che vanno contro il concetto di stereotipi  e la ghettizzazione di genere. Un faccia a faccia per lo spettatore con le vite straordinarie di alcune delle più note artiste indie del momento.

L.C. : “Linfa” racconta la realtà artistica di Roma est, un mondo affascinante e che molti non conoscono se non per sentito dire come ti ci sei avvicinata ?

C. Cerquetti:  Volevo raccontare una storia di donne, per cui mi sono messa alla ricerca di un’idea. Era la primavera di un paio di anni fa e le uniche serate stimolanti di quel periodo le avevo passate in un locale di amici al Pigneto, la Pescheria, e al Macro Testaccio, dove molte della artiste di Roma est si esibivano nel festival Short Theatre. Alcune di loro mi avevano molto colpito, per questo ho deciso di approfondire.

Ho parlato con Francesca Bianchi, un’amica che conosce bene quella realtà, e le ho chiesto se secondo lei c’era sufficiente materiale umano per mettere su un documentario. Non ha avuto dubbi. Mi ha indicato alcuni nomi e quelle persone a loro volta me ne hanno indicati altri. Così ho cominciato ad andare a vedere le loro opere e le loro performance e a guardarmi i loro materiali in rete. Poi ho cominciato a chiamarle e ad andare a trovarle. Man mano mi rendevo conto di avere davanti delle artiste molto in gamba, libere, forti, allegramente fuori dagli stereotipi, e questa cosa mi entusiasmava.

Lnfa intervista a C. Cerquetti

Conoscendole meglio ho notato che, anche se molto diverse tra loro, c’era un pensiero che le univa. Ho cercato di dare corpo a questo pensiero con il mio documentario, e quel pensiero parla di libertà e in integrazione, passione e solidarietà. Parla delle cose che danno Linfa alla vita.

Alcune persone hanno trovato Linfa un film politico e sentirmelo dire per me è stato il miglior complimento, perché in un momento storico come il nostro non possiamo prenderci il lusso di raccontare storielle.  Credo che Linfa tocchi con scanzonatezza argomenti importanti.

L.C. : Anche a me è parso un film politico, con una forte carica critica. Intendo che penso che questo film abbia un grande merito, quello di riconoscere la grande carica creativa, vitale e innovativa che anima alcune zone di Roma. Da donna e frequentatrice del quartiere mi ha entusiasmata. Nel tuo film non si parla soltanto di arte e di musica. Tu racconti una realtà femminile di grande forza umana.  Com’è stato girato? Ci racconti qualche aneddoto delle riprese?

C. Cerquetti: L’ho girato praticamente tutto da sola per godere della stessa libertà di cui volevo parlare nel film. Ho accettato l’imperfezione, dicendomi che in fondo il fai-da-te era stata la bandiera del punk, e che avrei fatto un documentario punk. Ahahah. Girare da sola mi concedeva anche il lusso di una vera intimità con le persone. Certo, mi ha messo anche dei limiti, ma pazienza, sappiamo che i limiti sono spesso stimolanti

Andavo in giro con la mia telecamera tra le case e i locali del Pigneto, ricevendo sempre la migliore accoglienza. Mi sono sentita di casa in un attimo, anche se abito dall’altra parte della città, nella famigerata Roma nord.

Ho passato lunghi pomeriggi a casa di Lola Kola, affascinata dal racconto della sua vita, mentre la telecamera puntata su dei lei registrava il movimento del sole, l’arrivo della sera, poi della notte.

Sono uscita di casa alle 2 di mattina per i djset di Lady Maru, ho aspettato al gelo sul ponte della Casilina il primo treno del mattino per avere la giusta inquadratura del quartiere all’alba… girare un documentario da soli è un’avventura tosta ma bellissima.

L.C. : Com’è stato lavorare al documentario? Cosa conserverai di quest’esperienza? Le proiezioni hanno avuto un successo incredibile. Ho visto persone entusiaste. Si parla molto di questo tuo ultimo lavoro, tra l’altro premiato con un ambitissimo red carpet.

C. Cerquetti: Linfa è stata e continua a essere un’esperienza umana straordinaria. Per le relazioni che ci sono dietro. E questo è la cosa più bella, non c’è tappeto rosso che tenga!

Però, a proposito di tappeti, calcare quello della Festa del Cinema di Roma è stato un gran divertimento. E ci ha portato fortuna! Fin dalla prima proiezione in pubblico, Linfa ha ricevuto un’accoglienza incredibile. Tanto che poi è finito anche in sala, al di fuori di ogni previsione. Il terzo incasso dell’anno tra i film indipendenti al Cinema Nuovo Aquila, mi hanno detto i gestori.

L.C. Che tipo di umanità ti affascina, più in generale?

C. Cerquetti: Quella che conosco meno. Trovo stimolante entrare in degli ambienti con cui non hai troppa dimestichezza. Credo che  stimoli la creatività. Uscire dalla propria comfort zone.

Nel caso di Linfa ho scoperto poi di avere tante affinità con queste persone, non era un caso che il loro mondo mi attraesse. Siamo divorati dalla banalità e dal conformismo, queste artiste sono una boccata d’aria, uno pensa: un altro modo di vivere è possibile.

Linfa film

L.C. : Tu hai scelto spesso il documentario come mezzo espressivo, perché?

C. Cerquetti: Perché è più facile realizzare un documentario che un film. Fare un film è difficilissimo, costa tanti soldi e quando ci sono i soldi c’è il potere e cambiano le dinamiche. E comunque è molto difficile che chi gestisce il potere decida di affidare tutti quei soldi a una donna. C’è ancora tanta diffidenza, tanta disuguaglianza anche nei mestieri del cinema. Per fortuna l’anno scorso sono nati Dissenso Comune e Women In Film Television & Media Italia, con cui collaboro. Iniziative che mi fanno finalmente credere nella possibilità di un cambiamento.

L.C. :Progetti, programmi per il futuro? Dove ti vedremo nei prossimi mesi?

C. Cerquetti: Seguirò il tour di Linfa. Ce lo stanno chiedendo da molte parti e noi, io e il mio cast, siamo felici di spostarci insieme al film. La prossima data è il 12 febbraio: saremo a Milano al cinema Beltrade e dopo la proiezione le “linfe” canteranno dal vivo.

Nel frattempo ho iniziato la preparazione di un nuovo documentario di cui condivido la regia con un regista curdo-iraniano. Una storia che riguarda il popolo curdo. Un lavoro impegnativo ma importante. E poi sto lavorando anche alla sceneggiatura di un film, mai mollare!

La regista di Harry’s Bar, documentario sul bar veneziano tra i più famosi al mondo, ci porta nelle vite di chi ha scelto la musica come progetto rivoluzionario e dirompente, di chi crede fino in fondo all’importanza dei sogni e dell’espressione, e lo fa senza compromessi o schemi già noti. Un documentario musicale dall’anima decisamente punk ma con una grande delicatezze narrativa. Ogni storia artistica ha un valore in se immenso e una grande originalità. Dedicato a tutti quelli che per vivere hanno bisogno di una “Linfa” speciale, ovvero la musica, ma quella libera, vera e inimitabile.

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