La mosca (1986): la ricontestualizzazione horror dell’ibrido uomo mosca

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La mosca locandina

La Mosca

Titolo originale: The Fly

Anno: 1986

Paese di Produzione: Stati Uniti d’America

Casa di Produzione: BrookfilmsSLM Production Group

Distribuzione: Twentieth Century Fox

Durata:95 min

Regia: David Cronenberg

Sceneggiatura: David Cronenberg, Charles Edward Pogue

Montaggio: Ronald Sanders

Fotografia: Mark Irwin

Musica: Howard Shore

Attori: Jeff GoldblumGeena DavisJohn Getz

Trailer di La Mosca

Trama di La Mosca

In un ricevimento scientifico, la giornalista scientifica, Veronica “Ronnie” Quaife fa conoscenza dello scienziato Seth Brundle che chiede alla donna di seguirlo a casa sua per mostrargli la sua scoperta rivoluzionaria. Arrivati a casa dell’uomo questo si mette prima al pianoforte dove compie una breve suonata e poi le mostra le misterioso tele-capsule; Veronica pensa inizialmente che siano delle “cabine telefoniche firmate” (in realtà visivamente assomigliano più a dei gusci protettivi e ancestrali, mentre di cabine si può più parlare per la forma di quelle de L’esperimento del dottor K.). Per fare la prima dimostrazione le chiede un indumento o un gioiello personale, con lei che si sfila una calza di nylon (elemento che rimanda all’erotico), dopo essersi tolta la scarpa col tacco. Seth apre così il bottone arancione della prima tele-capsula, con lo spettatore che ascolta il rumore dell’apertura che elettronicamente si dischiude. Dopo aver inserito nel suo interno la calza, parla col computer; lo scienziato gli enuncia il suo cognome e nome, Brundle Seth, e la macchina, con voce elettronica effettua il riconoscimento acustico. Una volta effettuato questo procedimento, Seth, a voce bassa le ordina di iniziare con la sequenza del teletrasporto. Lo scopo dello scienziato è quello di sorprenderem brillantemente la donna, rendendosi attraente tramite il suo nuovo esperimento ai suoi occhi. La capsula si chiude da sola (si spenge il pulsante arancione inferiore per azionarsi quello rossiccio superiore), controllata a distanza dal computer; poi l’elaboratore analizza i materiali di cui è costituito l’oggetto. Con effetti digitali creati in post-produzione, la calza viene sezionata fino a sparire con l’effetto visivo di un fulmine. La giornalista pensa che il suo oggetto sia ormai perso, ma il computer ci dice che il teletrasporto è andato bene. Lo scienziato azionerà la porta della seconda telecapsula, uscendo del fumo bianco molto suggestivo. La mdp ci mostra il particolare della calza avvolta da questo vapore, con Veronica che ritiene che non sia la sua, bensì un ologramma, una riproduzione. Seth quindi le rivelerà che cosa è effettivamente accaduto:

La sua calza è stata teletrasbordata da una capsula all’altra e disintegrata lì e reintegrata là. Una specie! E questo cambierà il mondo, vero

Seth in La Mosca

La giornalista lavora come vicedirettore nella rivista scientifica Particle Magazine, e considerando che quello che ha appena visto è la cosa più straordinaria che gli sia capitata, vorrebbe scriverci un articolo; per questo registrerà di nascosto su cassetta le parole dello scienziato (elemento profilmico di riproduzione acustica), ma quando Seth si accorge del nastro, vorrebbe che glielo consegni, non riuscendo però nell’intento. Il giorno seguente, lei e il suo capo Stathis Borans, il suo ex, ascolteranno il nastro, con il direttore che ritiene l’esperimento il trucco di magia dei due scatoloni. Brundle si recherà nell’ufficio di Ronnie (Veronica) e la invita a mangiare cheeseburger. E’ in quel luogo contemporaneo di socializzazione, mentre pranzano, che lo scienziato le rivela che l’esperimento non è ancora pronto per comunicarlo al mondo, perché l’operazione riesce solo con oggetti inanimati, non con le persone o gli animali. Lui, per rimanere in stretto contatto con lei, le propone di lavorare giorno per giorno alle sue ricerche; vorrebbe essere messo al centro del suo progetto, in modo tale che lei possa alla fine degli esperimenti documentare il tutto in un libro.

Tutto sembra filare liscio e tra i due nasce un’appassionante storia d’amore, ma ben presto tutto andrà a sgretolarsi quando lo scienziato stesso, in un momento di follia, decide di tentare l’esperimento di teletrasporto su sé stesso. Il processo funziona correttamente ma nella capsula insieme a lui c’è una Mosca e i loro Dna si andranno a intrecciare dando inizio a una lenta trasformazione in un mostro ibrido: Uomo – Insetto.

Recensione de La Mosca

La realizzazione del remake L’esperimento del dottor K da parte della Century Fox in co-produzione con la Brooksfilm, vede alla macchina da presa David Cronenberg, uno dei più grandi registi del b-movie horror fantascientifico degli anni ottanta. Inizialmente però l’autore di Zona Morta non era sicuro se accettare l’incarico affidatogli da Stuart Cornfeld, a causa della natura di remake del progetto, così Cronenberg e Pogue, lo sceneggiatore, dopo una attenta analisi del materiale a loro disposizione decidono di accettare andando infine a creare una storia ampiamente diversa da quella narrata da Langelaan di cui si mantiene solamente la natura drammatica della vicenda e alcuni elementi narrativi come il laboratorio scientifico e il trasferimento di materia fisica da una capsula A ad una capsula B.

L’importanza del progetto di Cronenberg sta nella sua personale rilettura della vicenda, resa nei tempi e nei modi narrativi maggiormente spettacolari, più accattivanti e sconvolgenti andando a riattualizzare la vicenda per renderla il più verosimile possibile per uno spettatore degli anni ottanta. Inoltre riesce a immettere, nella classica storica di un mad doctor che va a sfidare le regole del mondo e le stesse leggi di Dio, tramutandosi, come in Dottor Jekyll e Mr Hyde, in un essere diabolico e mostruoso, gran parte della sua filosofia. Nel lungometraggio si va a trattare di una tematica cara a Cronenberg come quella della carne, argomento onnipresente nei suoi lavori post e precedenti a La Mosca, come Il demone sotto la pelle (1975) e Rabid-Sete di Sangue (1977). Inoltre vengono inseriti vari elementi metalinguistici; in varie scene troviamo mezzi tecnologici di comunicazione e di riproduzione del reale, andando da videocamere che riprendono le fasi dell’esperimento e il registratore audio, tutti elementi utilizzati dalla giornalista, amante dello scienziato, che intende creare un libro su questa straordinaria scoperta scientifica.

Divergenze tra i due film

Cronenberg riprende solamente a tematica principale drammaturgica dell’originale andando a ricreare e a comporre una storia completamente diversa che si distacca ampiamente dal racconto stesso. Il Body Horror del 1986 del regista canadese si rifà dunque alla classica narrazione di uno scienziato che ha il sogno di cambiare in ottica positiva le sorti del mondo e dell’umanità stessa, una sorta di Dottor Frankenstein che crede di superare Dio. Lo studioso delle scienze fisiche intende dimostrare che è possibile trasferire la materia da un punto A ad un punto B, attraverso delle tele-capsule, che vanno a disintegrare gli atomi per poi reintegrarli altrove. I test vengono prima effettuati su oggetti, poi su animali e solo alla fine sul corpo dello stesso inventore che si dimostrerà essere tragico: una piccola mosca entrerà nella capsula insieme all’uomo trasformandolo in una creatura mostruosa ibrida.

In questa scena, definibile come il test dello scienziato su se stesso, rintracciamo la più grande divergenza visiva e narrativa del film di Cronenberg da quello di Kurt Neumann. Nella nuova versione cinematografica assistiamo a un radicale spostamento del focus centrale della vicenda. L’esperimento del dottor K ruotava intorno a una domanda: come mai una moglie amorevole va a uccidere il marito? La sua storia è vera o frutto di una pazzia? Nel remake invece poniamo un altro quesito: Cosa accadrà allo scienziato avendo inglobato dentro di sé il DNA di una mosca? L’uomo diventerà, fisicamente, come l’insetto? Nel film di Neumann, André Delambre, dopo il tragico test svolto su di sé, avviene un mix molecolare tra una mosca e un uomo con lo scienziato che andrà ad acquisire immediatamente della parti di mosca sul suo corpo, testa e arto sinistro di mosca a grandezza umana, mentre l’animale ottiene volto e mano umana in proporzioni minuscole da insetto; una contaminazione e ribaltamento delle grandezze. I due per tornare umani devono rientrare insieme nella capsula e rieffettuare il trasferimento fisico dal punto A a quello B, come ci viene mostrato nel secondo capitolo del 1959, La vendetta del dottor K. di Edward Berns. Un altro fattore importante che differenzia le due opere sul tema uomo animale sta nel fatto che André Delambre si accorgerà da subito che è avvenuto uno scambio di parti tra lui e la mosca. Si presuppone, benché nel film non viene mostrato tale avvenimento, che all’uscita dal macchinario André divenuto ormai un essere ibrido, abbia immediatamente visto, attraverso i suoi nuovi occhi da mosca, “l’insetto con la sua testa” miniaturizzata che usciva con lui dalla cabina. Nel film abbiamo dunque una metamorfosi doppia e uno scambio e inversione di alcune parti dai due organismi, con André che perde l’uso della parola rimanendo con pensiero umano, mentre la mosca-uomo, ragionando presumibilmente sempre da insetto, acquista la capacità di comunicare con voce umana.

Inoltre ne La Mosca assistiamo all’effetto dell’ironia drammatica: lo spettatore sa che il DNA di Seth si è unito a quello dell’insetto, mentre lui all’uscita non si accorge minimamente di niente, solamente di avere una maggiore e incredibile forza fisica. Inoltre è il pubblico che vede, per scelta del regista, i strani segni e peli sulla schiena dell’uomo, elemento sottolineato dal ronzio della mosca inserito nell’audio. Seth scoprirà di starsi trasformando in qualcos’altro solo nel proseguo della storia quando dopo aver provato una incredibile forza fisica e un miglioramento dal punto di vista sensoriale, il suo corpo inizierà un lento decadimento della carne umana, simbolo dell’inizio della morte dell’umanità del Mad Doctor. Dopo la trasmutazione e l’inizio della decadenza fisica ed estetica verso il brutto è onnipresente il tema sulla carne proposto in maniera decisa dal regista all’interno dell’arco narrativo della storia.

Il Melodramma de La Mosca

In questa storia di carne possiamo rintracciare una struttura da melodramma, di una storia d’amore impossibile e senza possibilità di salvezza e di unione; tale tematica è un elemento classico nel cinema di Cronenberg cosparso da individui innamorati ma che, a causa della morte, non riescono ad avere un “vissero felici e contenti”, come si può anche vedere in Videodrome “dove la “fatale attrazione” di Max Reen per la bella Nicki deve passare attraverso il suicidio e la trasformazione del corpo di lui in un simulacro televisivo per potersi, forse, realizzare e appagare” Analizzando l’evoluzione narrativa possiamo asserire che Seth scopre la vita e la felicità, per la prima vera volta, nella sua relazione amorosa con Veronica e nell’attimo dopo aver provato l’esperimento su se stesso, ma l’incontro con la giornalista e il lavoro come coppia di innamorati intorno al marchingegno scientifico non è altro che la sua rovina psico-fisica.

Possiamo dunque constatare che il film racconta la storia di un amore impossibile a causa della trasformazione e mutazione estetica in bestia di uno dei due componenti e, diversamente dal sequel La mosca 2 del 1989, non c’è nessuna speranza di guarigione da parte del malato. Tale idea di malattia è rintracciabile perfino all’interno della sceneggiatura in cui Stathis Borans non vuole che la donna vada nuovamente dalla creatura temendo che lei si possa infettare, affermando che “Può essere contagioso. Potrebbe diventare epidemico”. Ironia della sorte vuole che sia proprio lei ad avviarlo al suo fatale destino, perché andando dal suo ex fidanzato immette una dose di gelosia nella mente di Seth e la forviata emozione, unita all’alcol, lo indirizza ad effettuare prima dei tempi prestabiliti il test; ubriaco non si renderà conto che una mosca è entrata con lui nell’abitacolo. La storia riprende a grandi linee il tema della bella e la bestia, rispondendo a questo quesito: Può convivere ancora l’amore iniziale della donna nei confronti di Seth, ora mostruoso?

Com’è possibile continuare ad amare un “io” che diventa un “altro”? Come amare quell’io anche nella sua “alterità”? The Fly gira attorno (e dentro) a questi interrogativi, mettendoli in scena secondo i canoni consolidati della tradizione melò.

G. Canova, David Cronenberg, (Il Castoro Cinema), Roma, Edizione Il Castoro, 2000, p. 75.

La bella non si comporterà mai male contro il mostro ma cercherà in tutti i modi che può di stargli accanto nonostante il terribile sforzo e paura che prova ogni volta nel vederlo sempre più deteriorato e meno umano; ma nonostante ciò mantiene verso Seth un affetto tale da stargli vicino fino ad abbracciarlo. Lo stesso mostro risulta essere comprensivo inizialmente affermando di aver, lui stesso, paura di vederla, ma quando scopre che lei non vuole tenere il suo bambino in grembo, il figlio di Seth, l’uomo mosca inizierà a diventare un essere egoistico desideroso di creare una sua famiglia, al costo di unirsi definitivamente tutti e tre insieme attraverso l’unione del suo DNA con quello della donna e del bambino nel suo grembo. Qui è rintracciabile la pulsione istintuale riproduttiva propria dell’insetto e una completa perdita dell’identità di Seth. Diventare un altro essere significa dunque perdere completamente ciò che sei psicofisicamente.

La trasformazione e la carne de La Mosca

La trasmutazione nell’essere mostruoso Brundlefly avviene in sette fasi mostrate all’interno dell’arco narrativo, in cui notiamo maggiori cambiamenti nel suo aspetto fisico e mentale, in cui passa da una fase iniziale di estremo benessere a quelle di deterioramento fisico, riconducibili ad uno stato di vecchiaia dell’essere umano. Tutte queste mutazioni ovviamente non sarebbero potute esistere senza il duro lavoro degli effetti speciali, con cui Chris Walas (make-up artist già di Scanners di Croneneberg, 1981; I predatori dell’arca perduta di Steven Spielberg, 1981; Gremlins di Joe Dante, 1984) andrà a vincere il premio oscar al trucco per la realizzazione della metamorfosi de La Mosca nel 1987 e sarà proprio lui che esordirà alla regia nel seguito del 1989 con The Fly II.

Divisa in sette momenti diversi, la trasformazione ha richiesto all’attore Jeff Goldblum la pazienza di sottostare a lunghissime sedute di make up anche della durata di dieci ore e di portare il trucco anche per venti ore al giorno. In una prima fase Dupuis ha lavorato con alcuni cosmetici di colore rosso, giallo e blu sulla pelle dell’attore per scolorirla e darne un aspetto emaciato. In una seconda sono state applicate delle protesi plastiche al volto e alla schiena, mentre tutto il corpo è stato rivestito da tubicini attraverso i quali veniva pompato con due siringhe il liquido denso e giallo che fuoriesce dalle unghie e dalla pelle. Seguendo la trasformazione di Seth in mostro lo spettatore può notare una lenta trasformazione anche psicologica del personaggio che muterà sempre di più trasformandosi del tutto nel finale, divenendo un insetto a tutti gli effetti: egoista e crudele.

Cronenberg con La Mosca analizza il tema della carne attraverso il decadimento e la trasformazione di un individuo in qualcos’altro. In verità il film parla anche dell’invecchiamento e della degradazione del fisico umano che con l’età incomincia a marcire e mutare, in cui la mostruosità non si intende essenzialmente come essere ibrido animale o non umano, ma nel naturale decadimento fisico e psicologico dell’uomo durante la sua vecchiaia, conseguenza reale della vita. Se analizziamo la storia partendo da questa prospettiva possiamo asserire che la vera domanda è: Quando è che noi diventiamo dei mostri? Cronenberg asserisce “Se noi viviamo abbastanza a lungo, diventiamo dei mostri. I nostri capelli cadono, la nostra pelle cambia, e noi diventiamo un fardello e talvolta persino una minaccia per coloro che ci amano”. Che cosa significa dunque essere mostruosi? Essere aberranti dal punto di vista estetico opponendoci ai canoni della bellezza, divenire vecchi e grinzosi tanto da diventare esteticamente e mentalmente irriconoscibili a tutti coloro che ci amano e a cui, vedendoci in uno stato orripilante provano orrore e pietà per noi. Dunque l’orrore nasce dal corpo e soprattutto da una disarmonia tra corpo e mente. La carne è il fulcro in cui ruota intorno La Mosca che si basa fisicamente sulla disintegrazione e reintegrazione di carne da una capsula all’altra. Lo scopo della prima parte del film sta nel riuscire a decodificare scientificamente la carne in maniera da rendere trasferibile dal punto A e B un essere vivente. Cronenberg asserisce con il lungometraggio che la carne corrisponde alla conoscenza e alla comprensione della natura umana stessa e questa segna il limite di dove possiamo spingersi e dove non possiamo andare.

Note positive

  • La sceneggiatura
  • Il Make-up

Note negative

  • Nessuna
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