L’amore a domicilio: Una commedia sentimentale sul timore d’amare

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L'amore a domicilio locandina film

L’amore a domicilio

Titolo originale: L’amore a domicilio

Anno: 2020

Paese: Italia

Genere: Commedia, sentimentale

Produzione: World Video Production, Rai Cinema

Distribuzione: Adler Entertainment

Durata: 1h 30m

Regia: Emiliano Corapi

Sceneggiatura: Emiliano Corapi

Fotografia: Vladan Radovic

Montaggio: Marco Costa

Musiche: Giordano Corapi

Attori: Miriam Leone, Simone Liberati, Fabrizio Rongione, Anna Ferruzzo, Antonio Milo, Valeria Perri, Eleonora Russo

Trailer de L’amore a domicilio

Trama di L’amore a domicilio

A Roma, Renato è un venditore di assicurazioni sulla vita che sta attraversando un periodo complicato dal punto di vista sentimentale avendo litigato con la fidanzata con cui intende sposarsi. L’uomo dispiaciuto le fa inviare un mazzo di rose con su iscritto, in un bigliettino, “Mi manchi”.

Un giorno mentre cammina per strada viene fermato da una ragazza di origini catanesi, la quale gli chiede delle informazioni sulla stazione più vicina. Lei farà in modo che l’uomo l’accompagni a casa. Giunti qui i due decidono di fare sesso, nonostante Renato non ne sia totalmente sicuro. Terminato il rapporto, giunge in casa la madre di Anna che svela al venditore che la figlia si trova ai domiciliari dopo aver effettuato una rapina a mano armata. Da quel momento l’uomo, seppur contro voglia, sentirà una pulsione interiore che lo spinge verso quella giovane ragazza a lui sconosciuta e i due inizieranno una specie di relazione amorosa.

Tutto però peggiora con l’arrivo di un fuggiasco dal carcere, amico di Anna, che intende fare una nuova rapina. Che cosa faranno i nostri protagonisti?

Recensione di L’amore a domicilio

Distribuito da Adler Entertainment direttamente su Prime Video dal 10 giugno 2020, L’amore a domicilio risulta un lungometraggio dai toni prettamente da commedia sentimentale cercando però di andare a toccare le corde stesse dell’animo umano con qualche nota che vorrebbe essere drammatica, ma senza possedere quella giusta verve intensa che necessitava. Il secondo lungometraggio del cineasta italiano Emiliano Corapi aveva, partendo da un soggetto accattivante e originale, tutto il necessario per mostrare al pubblico una storia interessante, ma senza ombra di dubbio il regista – sceneggiatore non riesce nel suo intento realizzando un opera di cui il cinema italiano non aveva bisogno ma che ricalca tutti i problemi della maggior parte delle commedie nate a partire dal 2010.

Renato è un ottimo venditore, tanto che i suoi colleghi lo definiscono nel corso della pellicola con queste parole “venderebbe le polizze anche ai morti”, ma nonostante ciò al pubblico appare come un pesce fuor d’acqua, privo di qualsiasi furbizia nei rapporti d’amore in cui è piuttosto ingenuo e confuso in ogni decisione che prende; già queste due connotazioni poco si adattano all’interno di una singola persona, infatti possiamo porci questa domanda: come fa una persona a essere riflessiva e astuta e poi completamente infantile nei sentimenti? Altro mistero riguardante al personaggio risulta il suo background: noi dall’incipit del film e nella scena con la fidanzata classica, notiamo come Renato abbia dei problemi di natura sentimentale e di un forte timore di essere abbandonato, ma da cosa è scaturito questo problema? Non lo sappiamo, forse a causa del rapporto di suo padre, un uomo triste e solitario, con sua madre invisibile all’interno della storia? Ecco in L’Amore a Domicilio non troviamo solo dei personaggi protagonisti bidimensionali ma abbiamo dei personaggi secondari completamente inutili ai fini narrativi e costruiti caratterialmente male, dato che di loro non sappiamo veramente niente, basti pensare alla madre di Anna e al padre stesso di Renato o alla figura del poliziotto.

Lo stesso personaggio di Anna, interpretato con una discreta performance da Miriam Leone che però non raggiunge il livello attoriale di Metti la nonna in freezer, risulta un personaggio mal creato sotto vari punti di vista anche a causa di una sceneggiatura che possiede dei dialoghi frivoli e privi di profondità. Anna è stata arrestata per una rapina a mano armata e deve vivere rinchiusa in casa per due anni, questa nel frattempo studia all’università di lettere per superare un esame su Dante sulla divina commedia, elemento fondamentale ne L’amore a domicilio poiché dovrebbe andare a parlare del rapporto stesso tra i due protagonisti e sul senso vero e ultimo dell’amore attraverso la famosa frase “Amor che a nullo amato amar perdona..” e di come si vada a mettere a rischio tutto per colei o colui che ami. Già il fatto che scelga di studiare Dante quando non è in grado di leggere e mostra pochissima istruzione letteraria resta un enigma.

Credo che la capacità di mettersi in gioco nelle relazioni affettive e sentimentali sia un tema che tocchi la vita di gran parte delle persone; qualcosa con cui tutti si trovino a fare i conti prima o poi, nel bene e nel male.

Quando ho avuto l’idea de “L’amore a domicilio” ho pensato che questa potesse esplorare in maniera originale e divertente proprio questo tema e il suo dilemma fondamentale, vale a dire se sia meglio lasciarsi andare, rischiando di soffrire, o tenersi alla larga da ogni coinvolgimento, rinunciando però a una parte fondamentale della vita.

Emiliano Corapi

Un altro enigma è l’incipit narrativo: come mai Anna ferma per strada Renato? Perché vuole fare l’amore con lui? Perché l’uomo si attacca così ossessivamente a lei? Tutto questo non verrà mai spiegato creando un mistero alquanto incomprensibile, forse dovuto al fatto che lo sceneggiatore non sapeva minimamente come iniziare il rapporto tra i due. Anche il finale è nella sua estrema banalità alquanto assurdo, in cui il protagonista stesso Renato dimostra di non aver compreso niente e di non aver effettuato una reale percorso evolutivo rinnegando totalmente il film stesso.

Dal punto di vista registico l‘Amore a domicilio preferisce inquadrature lunghe che male si uniscono al tipo di narrazione che si perde eccessivamente in un atmosfera da commedia frivola e banale con toni prettamente fiction e non da cinema perdendosi in frasi troppo didascaliche e avvenimenti non plausibili e che non mostrano reali conseguenze, un effetto non comporta una causa, è ciò non è interessante dato che tutto sembra andare fin troppo liscio fino alla fine e i momenti che vogliono essere drammatici sono scritti in maniera mediocre non funzionando all’interno di un film da commedia, che però non riesce a far ridere lo spettatore se non in rarissimi momenti.

Note positive

  • Nessuna di particolare

Note negative

  • Regia poco incisiva
  • Sceneggiatura
  • Personaggi bidimensionali
  • Personaggi secondari inutili per la narrazione
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