La nave sepolta: una delicata storia di archeologia e umanità

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La nave sepolta locandina

La nave sepolta

Titolo originale:  The Dig 

Anno: 2021

Paese: Gran Bretagna

Genere: storico, biografico

Produzione: Clerkenwell Films, Magnolia Mae Films, Netflix

Distribuzione: Netflix

Durata: 112 min

Regia: Simon Stone

Sceneggiatura: Moira Buffini

Fotografia: Mike Eley

Montaggio: Jon Harris

Musiche: Stefan Gregory

Attori: Carey Mulligan, Ralph Fiennes, Lily James, Johnny Flynn, Ben Chaplin, Ken Stott, Arsher Ali, Joe Hurst, Chris Wilson

Trailer de La nave sepolta

The Dig (letteralmente Lo Scavo), o come è stato intitolato in Italia con il titolo La Nave sepolta, causando un evidente spoiler narrativo, si basa sull’omonimo romanzo del 2007 scritto da John Preston, che riprende e romanza gli eventi del 1939 sul famoso scavo archeologico di Sutton Hoo, che portò alla scoperta, all’interno di un podere di proprietà dalla signora Edith Pretty, di un resto ben mantenuto di una nave secolare.

Distribuito su Netflix a partire dal 29 gennaio 2021, The Dig vede alla regia Simon Stone al suo secondo lungometraggio dopo il premiato The Daughter (2015). Nel cast attoriale troviamo nei panni dei protagonisti della storia Carey Mulligan, Ralph Fiennes, Lily James e Johnny Flynn.

Foto dal set de La nave sepolta
THE DIG. CAREY MULLIGAN as EDITH PRETTY, RALPH FIENNES as BASIL BROWN, in THE DIG: Cr. LARRY HORRICKS/NETFLIX © 2021

Trama de La nave sepolta

Suffolk, 1939. In un clima segnato dalla presenza di una guerra sempre più vicina come il secondo conflitto mondiale, la proprietaria terriera Edith Pretty, vedova e con un bambino, assume un archeologo – escavatore autodidatta di nome Basil Brown al fine di riportare alla luce i resti di alcuni grandi tumuli funerari situati nella sua tenuta rurale di Sutton Hoon.

Proprio quando l’archeologo trova dei resti di una nave ecco che si intromettono negli scavi degli illustri studiosi e archeologi di Cambridge e del British museum come Charles Phillips che dichiarando lo scavo come d’importanza nazionale ne prende le redini cercando di relegare Basil Brown al ruolo di mera comparsa del ritrovamento della nave secolare.

Ralph Fiennes in La nave sepolta
Ralph Fiennes in La nave sepolta

Recensione de La nave sepolta

Tratto da un romanzo ispirato a una storia vera del 1939, La nave sepolta si dimostra fin dal suo incipit come un lungometraggio elegante e dolce che mostra con bravura di scrittura e di regia i suoi personaggi resi umani e veri attraverso un ottima fotografia, con tonalità chiare e spente, e soprattutto grazie ad un minimalismo attoriale che inonda l’opera in tutti i settori tecnici. Gli sguardi, le emozioni del volto e la postura stessa dei caratteri mostrati vanno a raccontare più di mille parole, creando un atmosfera nostalgica e romantica che culla lo spettatore per tutta la visione. Proprio parlando di questo romanticismo non possiamo che fare un applauso al montatore e al regista che in vari momenti de La nave sepolta decidono di raccontare i dialoghi in una maniera inusuale e che sicuramente dona maggior empatia e dolcezza alla storia. Se lo spettatore possiede uno sguardo attento può notare come i dialoghi tra due personaggi avvengono “fuori dal campo visivo”, e in scena non li vediamo parlare effettivamente, nonostante sentiamo i loro discorsi, ma veniamo messi all’interno di un tenero gioco di sguardi e sorrisi, elemento che rende profondamente umani quegli individui agli occhi del pubblico, che prova un senso di pace e tranquillità. Il tutto è reso ancora più incantevole dal grande talento recitativo del cast, in particolare di Carey Mulligan in grado di mostra tutta la sua forza e la sua debolezza fisica solo attraverso gli atteggiamenti corporei, altro plauso va senza dubbio a Lily James, che riesce a farci empatizzare alla sua giovane archeologa nonostante questa entri in scena solo nella seconda metà filmica.

La nave sepolta si dimostra sotto tanti punti di vista come un film prettamente corale e che pur poggiandosi su una venatura quasi prettamente romantica, che risulta più marcata nella seconda parte visiva con una storia d’amore vera e profonda e su un rapporto intimo di fiducia reciproca tra la signora Edith Pretty e Basil Brow, si basa interamente su un concetto di riflessione sul senso della vita e della morte sfruttando proprio uno sguardo archeologico che va a contrapporre la consistenza effimera del corpo a quella immutabile e materialistica degli oggetti. Tale concezione filosofica è ben scritta e resa tridimensionale dalla sceneggiatrice anche attraverso l’ambientazione che contorna la storia, come gli eventi della seconda guerra mondiale, e sopratutto attraverso il vissuto e poi le parole, in una scena situata nel finale del lungometraggio, della proprietaria terriera che pone un crudo ragionamento su cosa rimarrà di noi negli anni avvenire, riflettendo come il corpo umano andrà nel tempo e negli anni a decomporsi divenendo sabbia e come inversamente gli oggetti hanno la qualità di poter rimanere intatti nel corso dei secoli, divenendo una traccia secolare degli anni passati, inversamente alla mente umana che non dura ma si rompe e svanisce e con essa tutto la nostra personalità ed emozioni provate.

La storia funziona molto bene nella suo primo atto e in parte del suo secondo atto dove vengono immessi fin troppi personaggi nuovi che avvolte divengono protagonisti della storia, tali personaggi però non hanno quell’approfondimento drammaturgico che meriterebbero divenendo (a tratti) delle macchiette, utili per portare nuovi temi nella storia ma senza un approfondimento adeguato. Anche la storia d’amore tra la giovane archeologica e il cugino di Edith pur essendo interessante appare scontata e banale ma va detto che in questo caso la sceneggiatura crea due caratteri interessanti che vengono presentati bene nel secondo atto dove assumono anche il ruolo di protagonisti. Difficilmente in un film vediamo dei personaggi importanti, al fine della storia, comparire dopo quaranta minuti.

La nave sepolta è indubbiamente una storia ben scritta dal sapore cinematografico che potrà piacere al pubblico che vuole immergersi in una storia d’amore e di nostalgia dal sapore archeologico. Il tutto possiede una buona sceneggiatura arricchita con delle interpretazioni eccelse.

Note positive

  • Scelta degli attori
  • Sceneggiatura
  • Regia

Note negative

  • Alcuni personaggi immessi nella seconda parte narrativa appaiono poco tridimensionali
  • Alcune tematiche sono poco approfondite
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