Il bacio cinematografico: tra scandalo, censura e i primi baci omosessuali nel grande schermo

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Le opere cinematografiche sono caratterizzate da un genere che permette ad un film di caratterizzarsi in base alle tematiche affrontate, ad alcuni elementi tipici, crea nello spettatore determinate aspettative ma anche determinate emozioni. Quello che caratterizza i film romantici, sia se si tratti di un dramma o di una commedia romantica, sono le storie d’amore punto centrale di tutto il film. Tutto inizia con un bacio un gesto così semplice e scontato che ritroviamo in tutti i generi cinematografici, se ci sono due innamorati o due amanti questi prima o poi si daranno un bacio, etero, omosessuale, tra due persone di razza diverse il bacio è il simbolo dell’amore. Ma la storia di questo semplice gesto è stata travagliata.

The Kiss: il bacio dello scandalo

Il primo bacio nella storia del cinema risale al 1896. Siamo nell’Ottocento il secolo vittoriano e delle buone maniere, nasce il galateo dei baci che prevedere che non ci si può baciare né sulla bocca né sulla guancia, per strada o in pubblico, il bacio è vietato anche se usato come modo di salutarsi tra uomo e donna. Nello studio cinematografico Black Maria (il primo studio cinematografico americano), William Heise girò un cortometraggio per Thomas Edison. Il corto ha la durata di 18 secondi è viene rappresentato un bacio tra May Irwin e John C. Rice, i due inizialmente stanno parlando, le labbra di lui si avvicinano tra la guancia e l’angolo della bocca d’Irwin e sul finale i due amanti si danno un candido bacio. Questa rappresentazione di pochissimi secondi creò subito scandalo si richiese l’intervento della censura, gli spettatori e la Chiesa Cattolica la considerarono scioccante e oscena.

Cortometraggio The Kiss

La censura: il codice Hays

Ad Hollywood, all’inizio degli anni trenta, cinque studi di produzione rappresentavano le Majors, Paramount, Metro – Goldwyn – Mayer, Fox, Warner, RKO, ed insieme alle Minors, Columbia, Universal e United Artists, formavano la MPPDA (Motion Pictures Producers and Distributors Association). In America erano nate molte alleanze che avevano come scopo la difesa del buon costume, il cinema fu oggetto di molte proteste da parte di queste associazioni perché ancora godeva di molte libertà, infatti si poteva assistere a scene di nudo o di violenza. Mossi da queste proteste la MPPDA decise di ingaggiare un avvocato dell’ufficio governativo, William Hays, che elaborò il codice Hays, formulato nel 1930 ma che fu applicato in tutta la sua interezza nel 1934. Importante chiarire che questo codice era auto – regolamentare proprio per evitare successivamente la censura governativa e che permise di ottenere opere accessibili a tutti. Queste case di produzione crearono un ufficio dove venivano visionate tutte le sceneggiature, ciò permise di ottenere sia risparmi dal punto di vista economico sia di tempo.

Il codice Hays proibiva:

  • Il nudo e le danze lascive, non si poteva mostrare la biancheria intima, l’ombelico doveva essere nascosto
  • Le scene di svenimento dovevano essere interrotte all’inizio
  • La ridicolizzazione della religione
  • Proibito l’uso di droghe e il consumo di alcool
  • I metodi di esecuzione di un delitto
  • Perversioni sessuali, l’allusione alle malattie veneree e la rappresentazione del parto
  • Proibito l’uso di parole e locuzioni offensive
  • Le scene di omicidio dovevano essere girate in modo da scoraggiare il pubblico e gli assassini dovevano essere poco caratterizzati
  • Si doveva sostenere la santità del matrimonio e della famiglia, l’adulterio e il sesso illegale, anche se riconosciuto, non possono essere espliciti o giustificati
  • Proibite le relazioni tra razze diverse
  • I baci eccessivi e lussuriosi sono vietati
  • Uomini e donne non possono essere filmati nel letto insieme, i coniugi devono dormire in letti singoli, o comunque uno dei due deve sempre avere almeno un piede sul pavimento
  • La bandiera americana doveva essere trattata rispettosamente
  • La volgarità, e cioè “soggetti bassi, disgustosi, spiacevoli, sebbene non necessariamente negativi” dovevano essere trattati entro i dettami del buon gusto. Temi come la pena capitale, la tortura, la crudeltà verso i minori e gli animali, la prostituzione e le operazioni chirurgiche dovevano essere trattati con uguale sensibilità

Il Production Code rimase in vigore dal 1934 al 1967, registi e sceneggiatori non potevano mettere in scena baci che durassero oltre i tre metri di pellicola quindi pochissimi secondi, gli attori dovevano essere in grado di creare quell’atmosfera sensuale attraverso un gioco di sguardi che non potevano esprimere con lunghi baci o con gesti che potevano risultare troppo provocatori. Inoltre quella che dovrebbe essere una scena intima e riservata in realtà avveniva sotto gli occhi di circa una cinquantina di persone, infatti sul set, oltre agli attori e al regista, tutti i componenti dello staff e, soprattutto, i controllori della commissione Hays che dovevano assicurarsi che l’intensità del bacio rispettasse le regole imposte dal codice e cronometrare la durate dell’atto. Un attore che riuscì a boicottare i controlli della censura fu Alfred Hitchcock con il film Notorius del 1946 dove nella famosa scena sul balcone, Cary Grant e Ingrid Bergman riuscirono a darsi un bacio lungo quasi 3 minuti, per fare ciò alternò i pochi secondi concessi per il bacio alle conversazioni e allo scambio di sguardi.

Il bacio omosessuale nel cinema

In passato il cinema evitava di far vedere allo spettatore gesti omosessuali e l’attore che doveva rappresentare un personaggio gay doveva basarsi su alcuni stereotipi che vengono, purtroppo, ancora oggi attribuiti all’universo omosessuale: il modo di parlare e muoversi in maniera effeminata, uno stile esagerato e stravagante nel vestire, il modo di camminare. Nonostante i divieti e le reazioni negative che ancora oggi ci sono i baci tra due uomini o due donne non sono mancati. Wings 1927 di William Wellman è il primo film vincitore del premio Oscar come miglior film e anche la prima opera dove si vede per la prima volta un bacio tra due uomini. Protagonisti di questo film muto sono Jack Powell (Charles Rogers) e David Armstrong (Richard Arlen) due rivali in amore perché entrambi innamorati di Sylvia Lewis (Jobyna Ralston) che vengono arruolati come piloti da combattimento. Durante l’addestramento i due diventano molto amici e vengono mandati in Francia a combattere contro i tedeschi durante la Prima Guerra Mondiale. Nella battaglia di Saint – Mihiel David viene colpito e, dopo un atterraggio di fortuna, ruba un biplano tedesco e si dirige verso le linee alleate, ma erroneamente viene abbattuto da Jack schiantandosi contro il muro di una chiesa. Jack si accorge troppo tardi che in realtà ha colpito il suo amico, la macchina da presa ci mostra il volto straziato di Jack alternandolo a quello di David che sta morendo, i volti si fanno sempre più vicini e Jack bacia quasi sulle labbra il suo amico. Trattandosi di un film che tra i vari temi ha anche quello dell’amicizia si può leggere questo bacio come un bacio fraterno e di addio ma forse questa è un’alternativa che viene data per oscurare il vero significato, tra i militari molti facevano parte del mondo omosessuale ma il film fa parte di quell’epoca di Hollywood dove il moralismo e la religione impedivano lo sviluppo di alcune tematiche.

Un bacio tra due uomini viene visto in maniera diverso rispetto ad un bacio tra due donne che viene visto come qualcosa di trasgressivo e provocatorio. Il primo bacio tra due donne avviene nel film Marocco del 1930 diretto da Joseph Von Sternberg con protagonisti Marlene Dietrich, nel ruolo di una cantante che va a Parigi per lavorare come cabarettista e Gary Cooper nel ruolo di un legionario. Il tutto avviene durante un’esibizione di Marlene, che vestita da uomo, mette in scena tutta la sua sensualità nonostante i suoi atteggiamenti sono maschili non riescono a mascherare la carica erotica. Dopo aver bevuto un bicchiere che gli viene offerto inizia a guardare una ragazza seduta al tavolo, inizia un gioco di sguardi, la cantante sfila un fiore dai capelli della donna, lo annusa, successivamente lo mette da parte e, avvicinando la sua bocca a quella della donna la bacia. Un bacio breve che provoca l’eccitazione del pubblico che inizia ad applaudire, questa provocazione permette a Marlene d’imporre il suo ruolo di femme fatale.

Diverso è il bacio che possiamo vedere in Ragazze In Uniforme del 1931 di Leontine Sagan, il bacio tra Manuela Von Meinhardis (Hertha Thiele) l’allieva della professoressa Fraulein Von Bernburg (Dorothea Wieck), mentre quello di Marlene è un bacio provocatorio quello da alunna e professoressa è un bacio sensibile e dolce reso tale grazie alla scena: Fraulein per dare la buonanotte alle sue allieve passa tra i loro letti e le bacia sulla fronte, un momento di tenerezza in forte contrasto con la rigidità della caserma. Quando è il turno di Manuela lei l’abbraccia, la professoressa con il volto in ombra si lascia trasportare dalla manifestazione di amore della sua alunna si avvicina al suo volto, che invece è illuminato, e la bacia. Si passa da un primo piano sul volto delle due protagoniste ad un campo medio che sottolinea la rottura di un rapporto che non potrà evolversi.

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