Giallo (Giallo/Argento): La ricerca della bellezza nella mostruosità

Recensione del lungometraggio Giallo diretto dal maestro dell'horror Dario Argento con Adrien Brody
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Giallo/Argento

Titolo originale: Giallo

Anno: 2009

Paese di produzione: Italia

Genere: thriller

Distribuzione: Lumière Group Multimediale

Durata: 90 minuti

Regia: Dario Argento

Sceneggiatura: Jim Agnew, Sean Keller

Montaggio: Roberto Silvi

Fotografia: Frederic Fasano

Musiche: Marco Werba

Attori: Adrien BrodyEmmanuelle SeignerElsa Pataky

Trailer di Giallo – Dario Argento

Trama di Giallo

Un misterioso tassista gira per le vie di Torino alla ricerca di bellissime donne da sequestrare con l’inganno.

Siamo nel mondo della moda con la giovane modella americana Celine, che abbandonato il luogo di lavoro, sale su un taxi per andare a trovare la sorella appena giunta in città. La ragazza però non giungerà mai a casa venendo catturata dal terribile serial killer.

Linda non avendo più notizie di Celine si reca dalla polizia dove viene ascoltata da colui che viene definito “Il lupo solitario”, il detective Enzo Avolfi, personaggio turbato e custode di un grande segreto. I due, dopo qualche screzio, inizieranno a condurre assieme le indagini per salvare la vita di Celine.

Recensione del film Giallo

Nel 2007 Dario Argento terminò la famosa saga horror iniziata nel 1977 con Suspiria, nel’80 con Inferno e nel 2007 con La terza Madre. Due anni dopo realizza il lungometraggio Giallo con l’attore Adrien Brody, trovando grandi difficoltà sia finanziarie che di distribuzione cinematografica venendo coinvolto in prima persona in cause giudiziario per il mancato pagamento della troupe. Lo stesso attore protagonista mise l’uscita del film in pericolo andando a denunciare la Dall’Angelo Pictures per frode e appropriazione indebita dell’immagine pubblica, riuscendo a vincere la disputa in cui ottenne 640 000 dollari.

Il lungometraggio uscì in Italia direttamente in home video il 3 novembre del 2010 e solo a Luglio 2011, grazie all’intervento della casa di distribuzione Lumière Group Multimediale il film riuscì a raggiungere la sala cinematografica, venendo presentato con un titolo divergente dall’originale: Giallo/Argento.

Siamo lontani dai fasti del maestro del brivido Dario Argento in grado di sfornare opere dall’alto impatto terrorifico come Phenomena o Suspiria, in Giallo lo ritroviamo in una vena registica e sceneggiativa alquanto mediocre in cui sembra non essere in grado d’entrare mai appieno all’interno della storia da lui narrata.

Lo stesso modo di andare a costruire la sceneggiatura della storia non risulta assolutamente funzionale al lungometraggio andando a svelare troppo presto il colpevole togliendo quell’alone di mistero che ha fatto la fortuna della filmografia di Argento e privando di quel pathos e di quella suspense che un film investigativo dovrebbe possedere, il tutto poi viene spiegato dentro una tematica del senso di bello e mostruoso assai troppo spicciola e banale, tanto da ritenere che Giallo, prima di tutto, è una vicenda filmica scritta male.

Il maestro dell’horror italiano non riesce a riproporre il suo stile visionario del macabro, che tanto l’aveva portato al successo grazie anche alle musiche dei Goblin, che hanno smesso di collaborare con il regista dopo Non ho sonno, ma le scene tendenti allo splatter, in cui assistiamo a brevi momenti di tortura, riescono ancora a impressionare e spaventare il suo pubblico creando quel minimo d’interesse negli amatori del genere.

Adrien Brody mostra una performance degna di nota nell’andare a mostrare i tormenti del suo personaggio che risulta però sviluppato male sopratutto nel legame con la coprotagonista, interpretata da Emmanuelle Seigner che svolge un’interpretazione alquanto mediocre e che va togliere forza al film. Lo stesso serial killer, interpretato nuovamente da Brody, non riesce a catturare e terrorizzare lo spettatore a causa di un make-up alquanto imbarazzante per i tempi in cui il film viene realizzato e se l’attore nell’interpretare Enzo Avolfi mostra la sua bravura, la stessa cosa non accade nell’interpretazione del mostruoso carnefice, che non riesce a trasmettere quel senso di paura che un film di genere dovrebbe possedere.

Note positive

  • L’interpretazione di Brody
  • Scene splatter

Note negative

  • Interpretazione di Emmanuelle Seigner
  • Sceneggiatura
  • La mancata suspence
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