Dark 2: I Segreti di Winden – Scheda
Anno: 2019
Paese: Germania
Lingua: Tedesco
Genere: fantascienza, mistero
Stagione: 2 ( 8 episodi) 50minuti
Casa di Produzione: Netflix
Ideata: Baran bo Odar, Jantje Friese
Regia: Baran bo Odar
Sceneggiatura: Baran bo Odar, Jantje Friese, Martin Behnke, Ronny Schalk, Marc O. Seng
Aspect ratio: 2:1 , 4k
Cast:
Sebastian Rudolph, Maja Schöne, Louis Hofmann, Oliver Masucci, Jördis Triebel, Moritz Jahn, Lisa Vicari,Mark Waschke, Karoline Eichhorn, Stephan Kampwirt, Gina Stiebitz, Carlotta von Falkenhayn, Deborah Kaufmann, Peter Benedict, Paul Lux, Julika Jenkin, Christian Pätzold, Sebastian Hülk, Dietrich Hollinderbaum
Dark 2: Recensione della seconda stagione
– Il principio e la fine. È un concetto strano… che possano essere la stessa cosa.
– Sic mundus creatus est. Così è stato creato il mondo.
– Sic mundus creatus est!
– Non credi più alla profezia?
– Credo all’ironia della sorte.
– Secondo Adam, le cose devono accadere
come sono sempre accadute. Dobbiamo sopportare questa croce ,per quanto pesante sia. Tra sei giorni iniziera il paradiso e l’inferno in Terra finirà.
cit. Dark 2×01
Siamo nel 1921. Due individui, ignoti per il momento, stanno apprendo il passaggio nella caverna di Winden, con una mazza. Il varco, che abbiamo conosciuto nella prima stagione, permetterà agli individui di fare un salto temporale di 33 anni e causerà gli eventi che daranno inizio al percorso interiore dei nostri personaggi, in special modo con la scomparsa di un bambino, Mikkel Nielsen, il quale trapassa dall’2019 all’1986 e che porterà definitivamente il protagonista della storia Jonas, a cercare di comprendere ciò che sta accadendo nella cittadina, sempre più vittima di eventi inspiegabili e apparentemente ciclici.
Il discorso, citato sopra, che apre la 2×01 è un’introduzione agli eventi della seconda stagione, mettendo nell’orecchio dello spettatore tre elementi chiave e quesiti che verranno sviluppati nell’arco delle otto puntate:
- Esiste un destino immodificabile o c’è il libero arbitrio?
- Chi è Adam?
- Un time lock: Tra sei giorni ci sarà la fine del mondo, almeno quello che conosciamo oggi.
Lo spettatore ritroverà tutto ciò che ha amato nella prima stagione ed un viaggio ancor più ricco di soprese e mai banale, permettendogli di fare delle ampie riflessioni sul senso dell’esistenza umana e del tempo.
Purtroppo va precisato che tale serie Netflix, stranamente, non è per tutto il pubblico dato che non esiste una grande azione e velocità narrativa, ma è solo per gli appassionati di un genere tendente al mistero e al filosofico dove il regista mostra gli eventi con incredibile calma, contrariamente a quanto accade a Lost, che lontamente tratta i soliti temi. Se possiamo collegarla ad un altro prodotto visivo sempre Netflix questo è The Oa.
Trama
Non siamo dove eravamo rimasti nel finale della prima stagione di Dark ma un anno dopo.
Jonas si trova trentatre anni nel futuro, in un pianeta in fin di vita in cui l’umanità stessa è in rovina. Il ragazzo però non demorde con un obiettivo ben piantato nella testa: ritornarne al suo tempo, salvare chi ama e il mondo dalla questo futuro.
Le sue ricerche lo condurranno dentro la centrale nucleare, piena zeppa di radiazioni oltre che la causa della fine del vecchio mondo. In questo luogo esiste una strana forma di vita elettrica gassosa, Jonas tenterà di attraversarla per ritornare al suo tempo e impedire che il futuro diventi realtà.
Nel 2020 i personaggi cercheranno di comprendere ciò che hanno scoperto e di riprovare ad iniziare a vivere, ma i problemi interiori e le perdite sono troppo profonde per essere superate.
Analisi serie tv

Con grande maestria il regista, sceneggiatore e ideatore, Baran bo Odar, mantiene il classico ritmo lento e riflessivo della prima stagione dando importanza a ogni singolo dettaglio narrativo e va a scavare nell’interiorità umana dei suoi personaggi sopratutto a livello mentale dando ad ogni individuo dei forti obiettivi che li spingono ad agire e che andranno a modificare le loro individualità nel corso degli eventi.
Dark 2 mette sempre più in evidenza il suo aspetto principale: Il viaggio nel tempo che ha differenza dei film di fantascienza assume una connotazione molto più drammatica che mi porta a definirla, almeno fino alla seconda stagione, la Serie televisiva più drammatica e distruttiva dell’intero panorama seriale.
Il suo stesso protagonista Jonas è l’incarnazione stessa del malessere esistenziale che opprime lo spettatore nel guardare le otto puntate, colui che deve cambiare le carte intavola e impedire la morte di chi ama, come quella di Martha Nielsen, e la fine del mondo così come noi lo conosciamo. Jonas però dovrà scontrarsi contro le leggi del tempo e dovrà imparare un gioco complesso e in cui ogni pedina mossa diversamente causerà dei cambiamenti importanti nel mondo e lo stesso destino sembra avergli imposto un ruolo a cui lui non vuole sottostare e contro cui lotterà per poi fare esattamente ciò che il fato vuole da lui. Jonas è l’uomo che sfida senza vincere il destino e che ha una grandissima paura: Il futuro può essere cambiato e con esso gli eventi?
- Regia
- Dialoghi
- Fotografia
- Attori
- Il tema sul destino
Note negative
- Dubbi sulla sceneggiatura e sulla coerenza dei fatti
- La scomparsa delle date, utile agli spettatori, nel passaggio da un anno all’altro
- Molteplici personaggi della prima stagione hanno avuto poco spazio a discapito di altri che ne hanno avuto fin troppo senza far evolvere la storia
- La morte nel finale, troppo poco drammatica per l’importanza che invece ha nel futuro della storia.
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