Ballo Ballo (2020): i grandi successi di Raffaella Carrà diventano un musical stile anni ‘70

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Trailer del film Ballo Ballo

Ballo Ballo, commedia musicale ispirata alle canzoni della diva italiana Raffaella Carrà, ha ottenuto tre nomination ai Premi Goya 2021 (che avranno luogo il 6 marzo) nelle categorie: Migliore Attrice Non Protagonista (Verónica Echegui), Miglior Trucco e Acconciatura e Migliori Costumi. Inoltre, il film ha aperto l’edizione 2020 del Torino Film Festival realizzata a novembre. Ballo Ballo esce in Italia su Amazon Prime Video il 25 gennaio 2021.

“Con Ballo Ballo vorrei rendere omaggio, con uno sguardo latinoamericano, a quella straordinaria donna che gli italiani sono così fortunati ad avere. Questo film è un inno alla libertà e alla gioia di vivere, due cose che purtroppo quest’anno abbiamo perso ma che è tempo di ritrovare!”

Nacho Álvarez, regista e sceneggiatore del film Ballo Ballo

Trama di Ballo Ballo

Maria (Ingrid García-Jonsson) è una ragazza piena di vita e voglia di libertà, con la grande passione del ballo. Dopo avere abbandonato il suo promesso sposo davanti all’altare di una chiesa di Roma, torna a Madrid per scoprire cosa vuole davvero dalla vita. Va a vivere con la sua amica Amparo (Verónica Echegui) e con un colpo di fortuna riesce a entrare nel corpo di ballo del programma di maggior successo della televisione spagnola degli anni ’70, “Las noches de Rosa” (“Le sere di Rosa”). Lì si innamora di Pablo (Fernando Guallar), figlio del temibile censore televisivo Celedonio (Pedro Casablanc), che sta seguendo le orme del padre nell’emittente televisiva.

Accompagnati dai più grandi successi di Raffaella Carrà, in un turbinio di musiche e di coreografie in technicolor , scopriremo se vale davvero la pena andare contro ogni regola e avere il coraggio di cambiare radicalmente la propria vita.

“Col passare del tempo, la vita ti costringe a rinunciare ai tuoi sogni, però oggi posso realizzarli e vorrei ci fosse un televisore in quel maledetto convento così quei pinguini mi vedranno ballare liberamente per tutta la Spagna.”

Maria (Ingrid García-Jonsson) Cit. Ballo Ballo

Recensione di Ballo Ballo

Dopo avere la sua premiere ufficiale il 2 ottobre scorso nelle sale spagnole, approda in Italia Ballo Ballo, il primo lungometraggio del regista e sceneggiatore uruguaiano Nacho Álvarez ispirato ai più grandi successi di Raffaella Carrà.

Álvarez, che da alcuni anni abita in Spagna, segna il suo esordio nel cinema con un film che nasce non da un adattamento di un romanzo o da una vicenda personale, ma proprio dai testi delle canzoni della diva italiana.

Sin da piccolo un grande fan della Carrà, il regista sudamericano è riuscito a convincere sia dei produttori dell’Italia che della Spagna a creare un prodotto che nonostante non possieda una trama innovativa, risulta un lungometraggio creativo per il modo in cui sviluppa una storia dai temi contenuti nelle canzoni di Raffaella e anche dagli ideali che lei ha rappresentato per la televisione degli anni Sessanta e Settanta, dentro e fuori i nostri confini.

Con Ballo Ballo, Álvarez concretizza il sogno di una commedia musicale ambientata negli sfavillanti anni ‘70 in Spagna, periodo in cui però c’era una rigida censura dei costumi.

È giustamente a questo che la protagonista Maria (interpretato da Ingrid García-Jonsson: Salir del Ropero, Taxi a Gibraltar, Aliados), amante della libertà e del ballo, deve far fronte quando viene scelta come ballerina del programma televisivo di Rosa (Natalia Millán: Velvet, El Internado, Sangre de Mayo). Questo programma che viene controllato in maniera ferrea da Celedonio (Pedro Casablanc: Nieva en Benidorm, Dolor y Gloria, White Lines), responsabile della censura di TVE (la “Rai” spagnola).

Celedonio è l’antagonista di Maria perché, a differenza di lei, rimane ancorato ai vecchi tempi, al nazionalismo e “moralismo” che hanno caratterizzato il regime franchista del momento. Non per caso la trama prende vita negli anni ’70 (in maniera esatta nel 1973 e 1974), epoca in cui Francisco Franco si ammalò gravemente e morì nel 1975, iniziando così in Spagna una transizione politica che portò a un cambiamento economico e sociale. In tutta questa oppressione e “falso” moralismo di cui le donne sono le grandi vittime, Maria viene messa a prova per affermare se stessa e prendere delle scelte che cambieranno definitivamente la sua vita e anche quella degli altri intorno a lei.

Tematiche e riferimenti al cinema

L’omaggio alla carriera di Raffaella Carrà non si limita soltanto all’uso delle sue canzoni più famose internazionalmente. Ballo Ballo si fonda sulla libertà di pensiero e azione, sulla gioia di seguire i propri sogni, ma anche su temi che continuano a essere presenti nei giorni nostri come il maschilismo, il femminismo, l’omosessualità, tematiche che tra l’altro la Carrà ha trattato nella sua musica.

Lei è stata l’ispirazione di Nacho Álvarez per approcciarsi soprattutto al tema della censura della televisione degli anni ‘70, epoca in cui la showgirl rompeva gli schemi del momento. È così che fa la protagonista Maria, che si distingue per il suo spirito vivace e rivoluzionario che gli dà delle sfumature caratteristiche della Carrà, senza però mai imitarla.

Anche se la sceneggiatura non è molto sofisticata e risulta prevedibile, sono però molto apprezzabili i suoi contenuti. Sicuramente la tematica centrale che corrisponde al conflitto della storia è quella della censura nella televisione spagnola durante gli anni ‘70. Per parlare di ciò Álvarez non poteva che prendere la TVE (Televisión Española), l’emittente dello Stato, come elemento fondamentale per la trama e in cui trascorre quasi tutto il film.

In quel periodo, la Spagna era ancora sotto la dittatura di Francisco Franco che per anni aveva censurato tutte le attività culturali e alcune addirittura le aveva proprio vietate, sotto il pretesto del “buon costume” per “tutelare il popolo”, stabilendo così un regime estremamente autoritario, conservatore e nazionalcattolico.

Nel film, questa censura viene mostrata tramite i controlli rigidi sul contenuto dentro la TVE a carico di Celedonio che, con il “Decalogo dei buoni costumi”, impone cosa può andare in onda e cosa no, ciò che è considerato “decente” e quello che invece è “indecente”. Questo decalogo stabilisce sia le inquadrature da fare, sia i vestiti da indossare che non devono fare “allusioni sessuali”, ma più che altro è un regolamento rivolto alle donne e al loro atteggiamento davanti alla telecamera. Si può affermare che è una censura dettata più che altro dal maschilismo di quell’epoca e al ruolo che dovevano svolgere nella società.

Come detto prima, Maria rappresenta l’esatto opposto. C’è però pure un altro personaggio da prendere in considerazione al riguardo: Pablo, il figlio del temibile censore.

Interpretato da Fernando Guallar (Velvet Collection, Luis Miguel: la serie, La cattedrale del mare), Pablo è la “via di mezzo” tra Maria e Celedonio. Costretto dal padre a prepararsi per prendere il suo posto, Pablo si combatte tra continuare con la censura eredata o rinnovare la televisione con un modello di più libertà e meno pregiudizi che Maria, il suo amore, porta avanti con orgoglio.

Dall’ammirazione per la Carrà, allora, Álvarez ha preso spunto per parlare su un periodo chiave della Spagna tramite la storia di Maria di crescita personale e raggiungimento dei sogni, l’amore tra lei e Pablo e altre tematiche tra cui il difficile rapporto padre-figlio (CeledonioPablo), le raccomandazioni per avere un lavoro che purtroppo prevalgono al merito professionale e il maschilismo visto anche dalla prospettiva delle molestie sessuali verso le donne nei luoghi di lavoro.

Ma Ballo Ballo ha inoltre altri dettagli che non possono passare inavvertiti e che fanno riferimento al cinema stesso. Da Amparo (Verónica Echegui: Katmandú: un espejo en el cielo, Yo soy la Juani) che vuole passeggiare per Roma in una Vespa “come Gregori Peck in Vacanze Romane”, Lucas (Fran Morcillo: La casa di carta, Servir y proteger) che riprende Pablo, Amparo e Maria con una Paillard Bolex a El Retiro, fino ai dialoghi in cui vengono nominati degli attori famosi come Robert Redford e Marlon Brando.

L’incanto di Ballo Ballo

Per il suo debutto sul grande schermo, il cineasta uruguaiano focalizza la sua regia sulle scene dove il cast canta e balla con i brani della Carrà. Segnate dai ritmi musicali e dai movimenti di macchina molto dinamici, queste scene sono la forza del film. Inoltre, il regista si concentra molto sul lavoro degli attori, di cui risalta Verónica Echegui con il suo personaggio di Amparo.

Álvarez realizza ottimamente un’opera prima che può essere considerata un musical jukebox perché prende delle canzoni che già esistevano, ma racconta una storia originale. In questo senso, Ballo Ballo ha il mood di Mamma Mia! (senza fare paragoni), film che usa le canzoni del gruppo svedese ABBA pure ai fini della storia, come pezzi di racconto imprescindibili. L’obiettivo di offrire due ore di gioia e spensieratezza allo spettatore sembra a questo punto avere dei segnali positivi.

Girato tra Madrid, Pamplona e Roma, il fascino di questo film risiede anche sulla sua estetica accattivante che si arricchisce sia per i bei costumi e scenografie anni Settanta, sia per la sua fotografia luminosa che scommette sui contrasti e colori molto saturi caratteristici dei procedimenti creati dalla Technicolor (usati inizialmente per i musical quando il cinema dava i suoi primi passi verso l’immagine a colore).

Certamente Ballo Ballo è un prodotto molto godibile anche per le coreografie energiche e le situazioni e dialoghi di commedia che forse possono essere apprezzati di più dal pubblico dell’Ibero-America.

Il film risulta così un’opzione perfetta per gli amanti dei musical, per chi non ha molte pretese e vuole rilassarsi ed emozionarsi, ma specialmente per i grandi fan dell’icona della televisione e la musica, Raffaella Carrà.

“Ho sempre voluto produrre un film che avesse il format di un musical. La sfida più grande che abbiamo preso è stata quella di fare un film che facesse emozionare, divertire, ballare e uscire dalla sala con la voglia di rivederlo… Fare un film fosse vicino allo spettatore, ma che allo stesso tempo avesse quel tocco molto personale dell’autore.”

Mariela Besuievsky, produttrice del film Ballo Ballo

NOTE POSITIVE

● Ottima fotografia in technicolor che, insieme alla regia, crea una estetica visiva bella e dinamica, e inoltre contribuisce al buon ritmo del film.

● Direzione d’arte, soprattutto ottimo lavoro di scenografie, costumi, trucco e acconciature che, rafforzati con la fotografia e il lavoro di color grading, creano un’atmosfera magica con molti contrasti cromatici, al miglior stile dei musical classici.

● Buon adattamento delle canzoni di Raffaella Carrà nella creazione della storia che viene raccontata. La colonna sonora aggiunge quella “freschezza” che caratterizza il film.

● Il fatto di trattare dei temi seri come lo è la censura dei media e il maschilismo, usando generi poco convenzionali come i musical e la commedia senza banalizzare il contenuto.

● Buona interpretazione di ogni personaggio.

NOTE NEGATIVE

● Potrebbe sembrare una storia troppo scontata e semplice per la trama e gli snodi narrativi, ma bisogna apprezzare il film per quello che è: un prodotto per intrattenere, ricordare vecchi tempi e omaggiare la Carrà.

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